Insecta

Odonata

Libellulidae

Codice lista italiana: 035.033.0.002.0

 

Leucorrhinia pectoralis (Charpentier, 1825)

 

 

Descrizione della specie

 

Corologia

 

Rarità generale, fragilità, status di protezione

 

Strategie di conservazione

 

Tipologie di intervento

 

Cosa non fare

 

Bibliografia

 

 

Descrizione della specie

Questa libellula si riconosce per la colorazione del capo, che presenta la faccia e la fronte biancastra; il torace è nero con macchie giallastre o rossastre.

Le larve si sviluppano solamente nelle acque acide, ad esempio in pozze di torbiera, nelle brughiere e nelle foreste ed il loro sviluppo richiede due anni. Gli adulti sono legati a questi ambienti, da cui si allontanano poco; è una specie assente dalle regioni montane.

È poco diffusa nel sud del proprio areale, mentre è più comune al nord, ma è comunque in grave declino a causa dell’eutrofizzazione dei suoi biotopi o alla loro completa distruzione per l’estrazione della torba. La letteratura specializzata pertanto le attribuisce lo status di “vulnerabile” e raccomanda la protezione delle stazioni abitate da popolazioni stabili. Gli adulti compaiono a fine aprile, con un periodo di volo che giunge fino ai primi di luglio.

I maschi mostrano una spiccatissima territorialità nei confronti di qualsiasi cosa entri volando nel loro campo visivo: appena avvistato un intruso, lo intercettano in volo, ma se si accorgono che non si tratta di un membro della specie, il più delle volte non insistono e tornano al primitivo supporto. Immediatamente dopo l’accoppiamento la femmina depone le uova, volando sull’acqua e percuotendone la superficie con l’estremità dell’addome.

 

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Corologia

L. pectoralis è diffusa nell’Europa centrale e settentrionale ed in Siberia sudoccidentale. In Italia è presente nelle regioni settentrionali ed è stata segnalata in due località di Veneto, due nel Friuli Venezia Giulia ed una in Lombardia: in quest’ultimo caso, in particolare, si tratta delle Torbiere d’Iseo, ambiente di interesse rilevante in quanto trattasi dell’unico luogo italiano in cui sia accertata la presenza di una colonia permanente.

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Rarità generale, fragilità, status di protezione

Figura negli Allegati II e IV della direttiva 92/43/CEE (direttiva "habitat"), rispettivamente relativi alle specie di interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di zone speciali di conservazione e alle specie di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa.

Considerata “rara e vulnerabile” nella lista rossa di Groppali & Priano (1992).

 

Strategie di conservazione

B - Intervento diretto sull’habitat

C - Attività di monitoraggio

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Tipologie di intervento

Per la salvaguardia e l’incremento di questa specie si individua soprattutto la necessità di salvaguardia e rinaturazione delle pozze in torbiere e brughiere (Ba2), meglio se l’accesso a tali pozze viene precluso ai pesci; è inoltre indispensabile garantire il chimismo acido delle acque (Ba1); nelle aree in cui la specie è presente, è inoltre auspicabile il controllo dell’evoluzione della vegetazione interrante e, se è il caso, il ricorso ad interventi di manutenzione (Ba6), che devono avvenire nel rispetto assoluto della popolazione: ad esempio, si valuti il ringiovanimento o la creazione di nuove pozze in aree adiacenti a quelle già occupate dalla specie.

Anche in questo caso è indispensabile la verifica della presenza reale (C4) o potenziale (C10) della specie ed il monitoraggio dello status delle popolazioni note (C1); è auspicabile l’avvio di iniziative specifiche, a livello regionale, che portino all’acquisizione di informazioni necessarie alla progettazione di forme di intervento mirate (C11).

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Cosa non fare

Inquinare, artificializzare, occludere e bonificare stagni e pozze soprattutto in ambito di torbiera o di brughiera; più in generale, alterare, ridurre o artificializzare torbiere e brughiere.

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Bibliografia

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