Sviluppo

Nel corso del loro sviluppo le larve compiono da 9 a 16 mute, numero variabile a seconda delle specie e in misura limitata anche all’interno della stessa specie, in funzione delle condizioni ambientali. La durata della vita larvale è in relazione con la temperatura dell’acqua e della disponibilità di cibo, e quindi nelle specie che tollerano un'ampia varietà di condizioni climatiche il numero di generazioni in un dato periodo di tempo può variare di conseguenza.

 

Trattandosi di insetti eterometaboli, i cambiamenti da larva a immagine avvengono in modo graduale, senza uno stadio immobile di pupa interposto fra larva e adulto; strutture come gli abbozzi alari compaiono ad un certo punto dello sviluppo e aumentano progressivamente di dimensioni ad ogni successiva muta. Tutte le strutture fondamentali dell'adulto sono quindi riconoscibili almeno come abbozzi nella larva dell'ultimo stadio, nonostante adulto e larva a prima vista appaiano completamente differenti. Tradizionalmente gli stadi con abbozzi alari non ancora visibili erano chiamati "neanidi" e quelli che invece ne sono provvisti "ninfe", ma questa nomenclatura è oggi pressoché abbandonata e si preferisce usare il termine generico “larva”.

 

Nei giorni che precedono la metamorfosi, gli organi caratteristici dell'adulto come i giganteschi occhi e le ali cominciano a formarsi e divengono visibili per trasparenza; all'interno della sua cuticola la maschera si atrofizza e si rimpicciolisce trasformandosi nel labbro inferiore dell'adulto. Infine, poco prima della metamorfosi, la larva esce dall'acqua, si arrampica su un supporto adatto rimanendovi aggrappata e inizia a gonfiarsi d'aria. La cuticola si fende sul dorso e l'insetto ne emerge, dapprima con la sola parte anteriore; attende che le zampe si siano indurite abbastanza da poter fare presa e sostenere il peso del corpo, dopo di che estrae completamente l'addome dalla spoglia, distende completamente le ali e l'addome stesso e infine si invola. L'intero processo, dal fendersi della cuticola al momento in cui la libellula può prendere il volo, richiede da una a due ore.

 

Schiusa di Cordulegaster boltoni.

 

In questo prato umido nei pressi di un corpo d'acqua stanno schiudendo contemporaneamente numerose libellule (Libellula depressa). Solo nella foto ne sono individuabili tre a breve distanza l'una dall'altra.

 

La spoglia abbandonata, detta "exuvia", può rimanere attaccata al sostegno anche per lungo tempo, finché la pioggia o il vento non ne provocheranno la caduta. Le modalità dello sfarfallamento sono molto varie: vi sono specie che di regola (Erythromma viridulum) o frequentemente (Onychogomphus) emergono dall'acqua solo con la sommità del capo e del torace, rimanendo aggrappate ad ammassi vegetali affioranti, e altre (Cordulegaster, molti Corduliidae e Libellulidae) che possono allontanarsi dall'acqua anche di parecchi metri prima di scegliere un sostegno, talvolta inerpicandosi a notevole altezza sui tronchi degli alberi.

 

Exuvia di Anax imperator.

 

Exuvia di Onychogomphus forcipatus unguiculatus abbandonata sulle alghe alla superficie di una pozza dopo la schiusa; talvolta solo le sommità di capo e torace emergono dall’acqua.