Insecta

Lepidoptera

Papilionidae

Codice lista italiana: 089.015.0.001.0

Zerynthia polyxena (Denis & Schiffermüller, 1775)

Polissena

Descrizione della specie

 

Corologia

 

Rarità generale, fragilità, status di protezione

 

Strategie di conservazione

 

Tipologie di intervento

 

Cosa non fare

 

Bibliografia

 

 

Descrizione della specie

Bella specie, con ali gialle a vistosi disegni neri; le ali posteriori sono ornate da piccole tacche rosse e, talora, blu. L’apertura alare è di circa 5,5cm. Si tratta di una farfalla esclusivamente primaverile, precoce: gli adulti sfarfallano infatti in da febbraio a maggio ed il loro periodo di volo è breve, di modo che non è semplice accertarne la presenza. Le larve sono presenti da aprile a giugno e sono stenofaghe: le uniche piante ospiti accertate sono alcune aristolochie (A.clematitis, A.pallida e, forse, anche A.rotunda). Le uova sono rinvenibili da marzo a maggio; svernano le crisalidi.

 

Rinvenuta sia in aree soleggiate che in boschi golenali, soprattutto al margine e nelle chiarie dei boschi, in particolare delle foreste planiziali relitte disposte lungo i fiumi, è segnalata in diversi ambienti, quali: sponde di corsi d’acqua, terreni acquitrinosi, vigneti, prati ed altre aree agricole; in realtà la presenza di questa specie è strettamente legata all’esistenza di buone popolazioni della pianta ospite.

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Corologia

Specie tipica dell’Europa sud-orientale, è presente anche in Austria, in Italia (Sardegna esclusa) e nel sud-est della Francia. L’areale distributivo si spinge quindi ad est fino all’Asia Minore, gli Urali meridionali e il Kazakhstan nord-occidentale. In Italia settentrionale è presente in modo molto localizzato nei boschi golenali della Pianura Padana e nelle aree soleggiate della zona collinare al sud delle Alpi (Val d’Aosta, Val Sesia, Lago d’Orta, Lago Maggiore, zona a meridione del Lago di Como). Il limite settentrionale dell’areale di distribuzione attuale lambisce quindi il Canton Ticino meridionale, dove però Z. polyxena sembra oggi estinta. Anche in Lombardia sono note sia stazioni prealpine (Triangolo lariano), sia stazioni planiziali, in particolare nel Parco del Ticino: in quest’area protetta si conoscono località (presso Abbiategrasso, Ozzero, Bernate Ticino) che hanno ospitato la specie per lo meno dagli anni ’40 agli anni ’80.

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Rarità generale, fragilità, status di protezione

Figura nell’Allegato IV della direttiva 92/43/CEE (direttiva "habitat"), relativo alle specie di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa.

Figura nell’Allegato II della Convenzione di Berna, relativo alle specie faunistiche assolutamente protette.

Considerata “Vulnerabile” nella lista rossa di Groppali & Priano (1992).

Probabilmente estinta in Svizzera, è considerata minacciata in Cecoslovacchia ed è protetta in Cecoslovacchia, Grecia, Ungheria; generalmente considerata ovunque in declino, per lo meno in Europa.

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Strategie di conservazione

A - Intervento diretto sulla zoocenosi

B - Intervento diretto sull’habitat

C - Attività di monitoraggio

D - Azione sulla componente sociale

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Tipologie di intervento

Questa bella specie richiede certamente, almeno in Lombardia, l’assunzione di misure atte a vietarne la cattura e l’uccisione a scopo collezionistico; le peculiarità di Z. polyxena in Nord Italia sono inoltre tali da renderne auspicabile la reintroduzione: per ulteriori notizie su questo argomento si rinvia al documento “Protocollo per la reintroduzione della farfalla diurna Zerynthia polyxena”.

 

La frequenza con cui questa specie è stata in passato osservata nell’agrosistema e in aree marginali rende auspicabile l’incentivazione ad un utilizzo controllato di erbicidi e pesticidi e all’incremento dell’agricoltura biologica,  nonché la promozione e l’affinamento dell’utilizzo del set aside. In ogni caso, bisogna considerare l’indissolubile e fondamentale legame tra la farfalla e le piante nutrici, per cui le azioni gestionali fondamentali dovranno indirizzarsi all’incremento di queste ultime, con interventi sia diretti (incremento degli esemplari presenti anche mediante riproduzione ex-situ) che indiretti (adozione di idonee misure di gestione dell’ambiente).

 

L’estrema localizzazione di questa specie suggerisce l’avvio di un programma di monitoraggio delle presenze reali e potenziali della specie a livello lombardo, oltre alla definizione della consistenza delle popolazioni note e anche, soprattutto nell’ottica di eventuali reintroduzioni, alla definizione quantitativa delle potenzialità faunistiche del territorio.  Fondamentale è anche la verifica della disponibilità di adeguate risorse trofiche, da perseguire attraverso la mappatura delle popolazioni più consistenti delle piante ospiti. Tutte le azioni di monitoraggio dovranno essere utilizzate per la progettazione di un organico e specifico piano di azione valido per la Lombardia.

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Cosa non fare

Qualsiasi azione che porti alla rarefazione delle specie delle piante ospiti, con particolare riferimento alle aree agricole ed alle aree marginali.

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Bibliografia

  1. AA.VV., 1987. Tagfalter und ihre Lebensräume. Schweizerischer Bund für Naturschutz, Basel.

  2. AA.VV., 1987, Les papillons de jour et leurs biotopes. Ligue Suisse pour la Protection de la Nature. Balê.

  3. Balestrazzi E., 1999. Lepidotteri diurni. In: Furlanetto D. (a cura di), Atlante della biodiversità nel Parco Ticino. Edilnodo.

  4. Balletto E., Cassulo L.A., 1995, Lepidoptera Hesperoidea, Papilionoidea. In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 89. Calderini, Bologna.

  5. Beer S., 1946. Ricerche sulla biologia di Zerynthia hypsipyle Schultze (Lep.Papilionidae). Mem.Soc.Entom.Ital., 25:34-73.

  6. Chinery M., 1989, Butterflies and day flying moths of Britain and Europe. Collins Sons and Co.Ltd (trad.italiana di A.Brangi, L.Canova, P.Rosa: “Farfalle d’Italia e d’Europa”,  1990, Istituto Geografico De Agostini, Novara).

  7. Gonseth Y., 1987. Verbreitungsatlas der Tagfalter der Schweiz (Lepidoptera Rhopalocera). CSCF-SBN, 1987: 215.

  8. Groppali R., Priano M., 1992. Invertebrati non troglobi minacciati della fauna italiana. In: Pavan M.(a cura di), Contributo per un “libro rosso” della flora e della fauna minacciate in Italia. Istituto di Entomologia dell’Università di Pavia, Pavia.

  9. Health J., 1981, Rhopalocères (papillons diurnes) menacès en Europe. Collection sauvegarde de la nature, Conseil de l’Europe, Strasbourg, 23:1-157.

  10. Mermet E., 1998. I Lepidotteri ropaloceri del Varesotto. Bollettino della Società Ticinese di Scienze Naturali, 86 (1).

  11. Prola G., Prola C., 1990, Libro rosso delle farfalle italiane. Quaderni WWF, 13.

  12. Verity R., 1940-1953. Le farfalle diurne d’Italia. Marzocco, Firenze.

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