Insecta

Lepidoptera

Papilionidae

Codice lista italiana: 089.014.0.002.0

Parnassius mnemosyne (Linnaeus, 1758)

(Mnemosine)

Descrizione della specie

 

Corologia

 

Rarità generale, fragilità, status di protezione

 

Strategie di conservazione

 

Tipologie di intervento

 

Cosa non fare

 

Bibliografia

foto Algirdas

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Descrizione della specie

Questa farfalla si distingue facilmente dagli altri Parnassius della fauna italiana per l’assenza di ocelli rossi sulle ali e per la statura minore: l’apertura alare è di 5-6 cm. La colorazione delle ali è bianca con alcune macchie nere; le nervature sono nere.

 

In Italia si rinviene da 500 a 2200 m (in genere tra gli 800 ed i 1300 m) di quota sulle Alpi, in pendii aperti collinari e montani, in prati e pascoli con suolo profondo, al bordo dei boschi di latifoglie come nella vegetazione arbustiva pioniera: le larve si alimentano infatti di Corydalis solida e di altre piante del genere.

 

I bruchi, neri con macchie laterali gialle, sono presenti soprattutto nella tarda primavera, ma si possono rinvenire anche tutto l’anno perché le uova talora schiudono in estate. Le pupe sono nascoste al suolo, fra i detriti, e si rinvengono in aprile-maggio; gli adulti sfarfallano in maggio-luglio e depongono le uova, che di regola svernano contenendo le giovani larve già sviluppate; in altri casi sono queste ultime ad entrare in diapausa.

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Corologia

La Mnemosine è diffusa sui Pirenei, sulle Alpi, nei Balcani, in Polonia, Ungheria, Germania orientale, sulle coste meridionali della penisola finnoscandinava, in Iran, Caucaso, Asia centrale. E’ presente in tutta l’Italia con esclusione della Sardegna ed in Italia settentrionale è molto localizzata in stazioni alpine e prealpine; in Lombardia è stata rinvenuta soprattutto nel bergamasco e nel lecchese; è inoltre presente nel Parco delle Orobie Valtellinesi.

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Rarità generale, fragilità, status di protezione

Figura nell’Allegato IV della direttiva 92/43/CEE (direttiva "habitat"), relativo alle specie di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa.

Figura nell’Allegato II della Convenzione di Berna, relativo alle specie faunistiche assolutamente protette.

Considerato “Vulnerabile” nella lista rossa di Groppali & Priano (1992).

Minacciata in Danimarca, Germania e Svezia, è ritenuta vulnerabile in tutto il suo areale ed è protetta in Cecoslovacchia, Finlandia, Germania, Grecia, Ungheria, Polonia, Svizzera. Vulnerabile, ma non particolarmente minacciata sulle Alpi italiane.

 

Si evidenzia che per l’elevatissimo interesse faunistico dei prati magri, tutti gli invertebrati di tali ambienti e delle praterie primarie in genere e, in particolare, tutti gli invertebrati delle stazioni steppiche, di brughiera o xerotermiche, sia in ambito di montagna che di pianura, sono considerati di prioritario interesse faunistico e pertanto inclusi nelle schede degli interventi prioritari per gli invertebrati.

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Strategie di conservazione

A - Intervento diretto sulla zoocenosi

B - Intervento diretto sull’habitat

C - Attività di monitoraggio

D - Azione sulla componente sociale

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Tipologie di intervento

Anche per questa specie sarebbe opportuno intraprendere iniziative atte a limitarne il prelievo a scopo collezionistico.

La sopravvivenza della Mnemosine è legata al permanere di situazioni, soprattutto ecotonali, favorevoli allo sviluppo delle piante ospiti, che sono infeudate ai boschi di latifoglie e alla vegetazione arbustiva del mantello; possono pertanto assumere interesse azioni di mantenimento o ringiovanimento di ambienti aperti, soprattutto se non estese e dislocate a macchia di leopardo; a questo scopo possono essere anche programmati interventi di sfalcio, di pascolo estensivo ed altri interventi, anche di carattere sperimentale, purché sotto stretto controllo scientifico ed attento monitoraggio degli esiti. Tutte queste azioni possono essere condotte tramite l’erogazione di incentivi per le attività agro-silvo-pastorali tradizionali.

 

Sarebbe assai utile avviare un programma di monitoraggio delle presenze reali e potenziali della specie a livello lombardo, oltre alla definizione della consistenza delle popolazioni note; tutto ciò dovrà portare ad iniziative specifiche, che portino all’acquisizione di informazioni necessarie alla progettazione di forme di intervento mirate.

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Cosa non fare

Promuovere lo sfruttamento intensivo di prati e pascoli; imboschire o abbandonare del tutto alle dinamiche naturali aree ospitanti ricche popolazioni di questa specie.

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Bibliografia

  1. AA.VV., 1987, Les papillons de jour et leurs biotopes. Ligue Suisse pour la Protection de la Nature. Balê.

  2. Balletto E., Cassulo L.A., 1995, Lepidoptera Hesperoidea, Papilionoidea. In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 89. Calderini, Bologna.

  3. Chinery M., 1989, Butterflies and day flying moths of Britain and Europe. Collins Sons and Co.Ltd (trad.italiana di A.Brangi, L.Canova, P.Rosa: “Farfalle d’Italia e d’Europa”, 1990, Istituto Geografico De Agostini, Novara).

  4. Groppali R., Priano M., 1992. Invertebrati non troglobi minacciati della fauna italiana. In: Pavan M.(a cura di), Contributo per un “libro rosso” della flora e della fauna minacciate in Italia. Istituto di Entomologia dell’Università di Pavia, Pavia.

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