Insecta

Lepidoptera

Lycaenidae

Codice lista italiana: 089.035.0.002.0

Maculinea arion (Linnaeus, 1758)

Descrizione della specie

 

Corologia

 

Rarità generale, fragilità, status di protezione

 

Strategie di conservazione

 

Tipologie di intervento

 

Cosa non fare

 

Bibliografia

 

foto E. Balestrazzi

 

Descrizione della specie

Farfalla di circa 3 cm di apertura alare, con colorazione generale azzurra o azzurro-violacea, risulta simile alla congenere M. alcon, per abitudini, dimensioni e colorazione; se ne distingue per la presenza di macchie nere sulla pagina superiore delle ali, soprattutto nel paio anteriore, e per la presenza di una zona azzurra presso la base delle quattro ali, sul lato inferiore.

 

Si rinviene ad una quota compresa tra 100-2200 m ed abita tendenzialmente pendii o scarpate soleggiate, aride, o comunque ambienti ospitali sia per la pianta nutrice (soprattutto timo, tra cui Thymus serpyllum, ma anche Origanum vulgare) che per le formiche simbionti, appartenenti al genere Myrmica (soprattutto M. sabuleti e M. scabrinodis).

 

Il modo di vita è assai peculiare e caratterizzato dal rapporto obbligato con le formiche. Gli adulti volano in giugno-luglio e depongono le uova singolarmente sulle pianti ospiti, delle quali si nutrono inizialmente le larve, che in questo stadio sono anche cannibali; dopo la terza età i bruchi vengono prelevati dalle formiche, ghiotte delle secrezioni zuccherine prodotte da organi specializzati della larva e inibite nel comportamento aggressivo  da un’ulteriore sostanza (un feromone) elaborata dal bruco. Fino allo sfarfallamento dell’adulto il ciclo vitale si compie entro i formicai. Le larve continuano a nutrirsi di uova di formica: pertanto ci sono ovvi limiti che escludono numerosi esemplari dalla possibilità di sopravvivenza: poiché ogni nido in genere non può contenere più di 1-4 larve, occorrono fino a 500 nidi per garantire la sopravvivenza ad una popolazione minima di farfalle. Le pupe si rinvengono maggio-giugno. Le larve, che svernano entro i formicai, sono presenti da luglio al maggio successivo.

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Corologia

La distribuzione generale è simile a quella di M. alcon: Europa, Russia, Asia Minore, Asia centrale, Siberia, Urali, Turkestan, Mongolia, Cina, Corea, Giappone. In Italia è presente al nord e nella penisola; in Lombardia è stata tra l’altro rinvenuta nei prati magri del Parco del Campo dei Fiori e nel Parco delle Orobie Valtellinesi ed è diffusa in ambito prealpino ed alpino fino a circa 2000 m.

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Rarità generale, fragilità, status di protezione

Figura nell’Allegato IV della direttiva 92/43/CEE (direttiva "habitat"), relativo alle specie di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa.

Figura nell’Allegato II della Convenzione di Berna, relativo alle specie faunistiche assolutamente protette.

Compare con lo status  “Lower Risk” (basso rischio) nella lista rossa della IUCN.

E’ protetta in Belgio, Germania, Gran Bretagna.

Estinta in Olanda.

 

Si evidenzia che per l’elevatissimo interesse faunistico dei prati magri, tutti gli invertebrati di tali ambienti e delle praterie primarie in genere e, in particolare, tutti gli invertebrati delle stazioni steppiche, di brughiera o xerotermiche, sia in ambito di montagna che di pianura, sono considerati di prioritario interesse faunistico e pertanto inclusi nelle schede degli interventi prioritari per gli invertebrati.

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Strategie di conservazione

A - Intervento diretto sulla zoocenosi

B - Intervento diretto sull’habitat

C - Attività di monitoraggio

D - Azione sulla componente sociale

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Tipologie di intervento

La cattura a scopo collezionistico di questa farfalla dovrebbe essere vietata.

La complessità del ciclo vitale di questa farfalla, indissolubilmente legata alla necessaria e contemporanea presenza di piante nutrici (soprattutto timo) e di formiche simbionti (genere Myrmica), è alla base della vulnerabilità della specie. Vanno quindi in primo luogo garantite adeguate disponibilità alimentari a livello vegetale, anche agendo direttamente su questa componente con azioni di irrobustimento di popolazioni naturali da perseguire anche tramite riproduzione ex-situ. La parte più delicata del ciclo vitale è certo quella della simbiosi con le formiche: anche su questo comparto è quindi necessario agire, verificando lo stato di salute delle comunità di Myrmica e la sufficiente densità di nidi sul territorio.

E’ parimenti necessario agire per prevenire la scomparsa degli habitat adatti: sotto questo profilo si ritengono utili: interventi finalizzati al mantenimento o ringiovanimento di ambienti aperti (soprattutto prati magri, praterie xeriche e lito-xeriche, vegetazioni anche discontinue erbacee e/o di bassi cespugli); lo sfalcio dei prati montani; il pascolo programmato; interventi sperimentali, a scala ridotta, finalizzati al controllo di specie vegetali indesiderate. Molti di questi interventi sarebbero agevolati dall’erogazione di appositi incentivi per l’esercizio di attività agro-silvo-pastorali tradizionali e, in ogni caso si tratta di azioni che devono essere assoggettate a rigoroso controllo tecnico-scientifico, con attento monitoraggio degli esiti.

 

Dovrebbe essere avviato e coordinato a livello regionale un programma specifico per la definizione delle presenze reali e potenziali della specie, per la definizione della consistenza delle popolazioni note e anche per la definizione quantitativa delle potenzialità faunistiche del territorio, soprattutto in riferimento alla presenza delle formiche simbionti. Tutte le azioni di monitoraggio dovranno essere utilizzate per la progettazione di un organico e specifico piano di azione valido per la Lombardia.

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Cosa non fare

Distruggere l’ambiente indispensabile alla sopravvivenza delle specie ospiti, sia vegetali (soprattutto timo) che animali (formiche); in particolare, alterare i prati magri e le praterie xeriche.

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Bibliografia

  1. AA.VV., 1987, Les papillons de jour et leurs biotopes. Ligue Suisse pour la Protection de la Nature. Balê.

  2. Balletto E., Cassulo L.A., 1995, Lepidoptera Hesperoidea, Papilionoidea. In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 89. Calderini, Bologna.

  3. Chinery M., 1989, Butterflies and day flying moths of Britain and Europe. Collins Sons and Co.Ltd (trad.italiana di A.Brangi, L.Canova, P.Rosa: “Farfalle d’Italia e d’Europa”,  1990, Istituto Geografico De Agostini, Novara).

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