Insecta

Lepidoptera

Lycaenidae

Codice lista italiana: 089.024.0.002.0

Lycaena dispar (Haworth, 1803)

(Licena delle paludi)

Descrizione della specie

 

Corologia

 

Rarità generale, fragilità, status di protezione

 

Strategie di conservazione

 

Tipologie di intervento

 

Cosa non fare

 

Bibliografia

 

 

 

Descrizione della specie

Colorata farfalla di dimensioni medie o piccole, con circa 3 cm di apertura alare o anche meno. Le ali sono superiormente di colore variabile secondo il sesso; nel maschio sono arancio o rosse, con bordo scuro e una piccola macchia nera sulle ali anteriori. Il lato inferiore delle ali posteriori è grigio-azzurro, chiaro, con numerose macchie nere bordate di bianco: in volo questa farfalla si può quindi riconoscere abbastanza agevolmente, per l’alternanza di colore arancio vivo e biancastro secondo il battito delle ali.

 

In Europa meridionale si hanno 2 generazioni l’anno, contrariamente a quanto accade più a nord; le larve, verdi e lunghe circa 2 cm, si trovano dall’estate alla primavera successiva su foglie arrotolate della pianta ospite, appartenente al genere Rumex (da noi soprattutto R. hydrolapatum e R. crispus); svernano nei resti disseccati della stessa pianta. Gli adulti volano da maggio a settembre.

Si tratta di una specie strettamente legata alle zone umide ospitanti le piante nutrici; di regola si rinviene in paludi acquitrinose di una buona estensione.

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Corologia

Specie eurasiatica, era presente con diverse razze (spesso indicate come sottospecie) nelle Isole Britanniche, in Olanda, Belgio, Germania, Francia, Svizzera, Italia settentrionale occidentale, Polonia, Balcani, Turchia, Asia centrale e settentrionale (Russia, Amur, Urali, Siberia, Caucaso, Transcaucasia, Tien Shan del Nord). La sottospecie nominale (L.dispar dispar), britannica, univoltina, è estinta; la sottospecie presente in Europa sud-occidentale (Italia inclusa) è L.dispar rutilus, rinvenuta in Italia continentale e peninsulare, fino ad una quota massima di circa 400 m slm; è presente in Lombardia nel Parco del Ticino, che ospita piccole colonie in diverse località, soprattutto nella parte centro-meridionale del parco.

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Rarità generale, fragilità, status di protezione

Specie minacciata in tutta Europa, figura negli Allegati II e IV della direttiva 92/43/CEE (direttiva "habitat"), rispettivamente relativi alle specie di interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di zone speciali di conservazione e alle specie di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa.

Figura nell’Allegato II della Convenzione di Berna, relativo alle specie faunistiche assolutamente protette.

Compare con lo status  “Lower Risk” (basso rischio) nella lista rossa della IUCN.

Considerata “Minacciata” nella lista rossa di Groppali & Priano (1992).

Elencata tra gli invertebrati necessitanti protezione speciale in Europa (Collins & Wells, 1987).

Ritenuta “Minacciata” nella checklist delle specie della fauna italiana.

 

L.dispar, protetta in diversi stati (Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Olanda, Ungheria), è considerata minacciata ed in declino in tutto il suo areale, per la progressiva scomparsa dell’habitat: significativo il caso del Regno Unito, in cui si è estinta nel 1851; nel 1927 è stata reintrodotta sulla base di esemplari olandesi. L’operazione ha avuto esito parzialmente positivo ed ha necessitato diverse repliche (re-stocking), effettuate grazie ad esemplari allevati. La popolazione così ottenuta è sopravvissuta fino a quando la palude che la ospitava è stata definitivamente prosciugata nel corso della IIa Guerra Mondiale. In Inghilterra è ora in preparazione un “action plan” su questa specie; L.dispar è comunque studiata da quasi un decennio in Inghilterra ed Olanda a scopo conservazionistico.

 

Si evidenzia che tutti gli invertebrati dei sistemi lentici naturalmente eutrofi, tutti gli invertebrati dei prati umidi e tutte le specie caratteristiche delle paludi non percorse dal fuoco sono considerati di prioritario interesse gestionale e pertanto inclusi nelle schede degli interventi prioritari per gli invertebrati.

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Strategie di conservazione

A - Intervento diretto sulla zoocenosi

B - Intervento diretto sull’habitat

C - Attività di monitoraggio

D - Azione sulla componente sociale

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Tipologie di intervento

Studi in corso in Nord Europa hanno evidenziato che questa farfalla sopravvive spesso con basse densità di popolazione (forse per l’insufficienza di alimento per i bruchi) e che in tali casi le comunità non sono stabili e possono disperdersi rapidamente; pare quindi necessario coordinare gli eventuali interventi per ricondurli ad un tentativo di costruire una rete di popolazioni interconnesse geneticamente (meta-popolazione). Ciò avrebbe anche il vantaggio di minimizzare gli effetti delle fluttuazioni nel numero di esemplari di ogni singola popolazione.

Di conseguenza, interventi diretti di reintroduzione e re-stocking  possono essere intrapresi solo previo accertamento della sussistenza di habitat adatti e sufficientemente estesi; poiché tratta di una specie strettamente legata alle zone umide ospitanti le piante nutrici, la sua sopravvivenza è connessa con la sopravvivenza di ambienti quali sponde dei corsi d’acqua, prati umidi, paludi, risaie e coltivi ove non siano utilizzati diserbanti ed insetticidi; risultano pertanto fondamentali azioni di mantenimento di zone umide, praterie igrofile e marcite; di ripristino e ricostituzione di zone umide, possibilmente estese; di programmazione ed erogazione di incentivi per la riduzione dell’impiego di erbicidi e pesticidi ed incremento dell’agricoltura biologica, specialmente in ambito di risaia o marcita; di mantenimento e, se necessario, di cauto ringiovanimento di prati umidi.

In ogni caso, sono essenziali le azioni volte all’incremento delle popolazioni di Rumex igrofili riconosciuti quali piante ospiti, sia in forma diretta (incremento degli esemplari presenti anche mediante riproduzione ex-situ) che indiretta (adozione di idonee misure di gestione dell’ambiente). Assolutamente fondamentale è la limitazione dei pericoli d’incendio nelle paludi e nei canneti.

In tutta la regione dovrebbero essere attuate misure atte a vietare le catture a scopo collezionistico.

La localizzazione di questa specie suggerisce l’avvio di un programma di monitoraggio delle presenze reali e potenziali della specie a livello lombardo, oltre alla definizione della consistenza delle popolazioni note e anche, soprattutto nell’ottica di eventuali reintroduzioni, alla definizione quantitativa delle potenzialità faunistiche del territorio. Fondamentale è anche la verifica della disponibilità di adeguate risorse trofiche, da perseguire attraverso la mappatura delle popolazioni più consistenti delle piante ospiti. Tutte le azioni di monitoraggio dovranno essere utilizzate per la progettazione di un organico e specifico piano di azione valido per la Lombardia.

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Cosa non fare

Bonificare o comunque alterare le zone umide.

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Bibliografia

  1. AA.VV., 1987, Les papillons de jour et leurs biotopes. Ligue Suisse pour la Protection de la Nature. Balê.

  2. Balletto E., Cassulo L.A., 1995, Lepidoptera Hesperoidea, Papilionoidea. In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 89. Calderini, Bologna.

  3. Balestrazzi E., 1999. Lepidotteri diurni. In: Furlanetto D. (a cura di), Atlante della biodiversità nel Parco Ticino. Edilnodo.

  4. Chinery M., 1989, Butterflies and day flying moths of Britain and Europe. Collins Sons and Co.Ltd (trad.italiana di A.Brangi, L.Canova, P.Rosa: “Farfalle d’Italia e d’Europa”,  1990, Istituto Geografico De Agostini, Novara).

  5. Collins N.M. & Wells S.M., 1987. Invertébrés ayant besoin d’une protection spéciale en Europe. Collection sauvegarde de la nature, Conseil de l’Europe, Strasbourg, 35:1-170.

  6. Groppali R., Priano M., 1992. Invertebrati non troglobi minacciati della fauna italiana. In: Pavan M.(a cura di), Contributo per un “libro rosso” della flora e della fauna minacciate in Italia. Istituto di Entomologia dell’Università di Pavia, Pavia.

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