Protocollo per la reintroduzione della farfalla diurna Zerynthia polyxena

(a cura di N. Patocchi e M. Villa con la collaborazione di N. Zambelli e M. Moretti.
Nota conclusiva di E. Mermet)

 

 

Questo protocollo è stato redatto appositamente come esempio pratico per il "Regolamento delle Reintroduzioni delle specie animali nelle Aree Protette della Lombardia"; ancorché di carattere preliminare e di studio, può essere esemplificativo per analoghe operazioni su altri invertebrati terrestri.

Per chiarezza, si sottolinea però che nell'effettuare tali operazioni va tenuta in debito conto la nostra sostanziale ignoranza su aspetti determinanti dell'ecologia, dell'etologia e della distribuzione di parecchie specie, cosa che rende sempre necessario un particolare e specifico approfondimento tecnico-scientifico di tali tematiche. Anche la difficoltà di reperire maestranze con le indispensabili competenze ed esperienze tecnico-pratiche costituisce un fattore importante che va ponderato ed affrontato, di regola, con maggior impegno a livello di direzione lavori.

 

1. Premessa

Zerynthia polyxena presenta numerosi motivi di interesse ai fini di possibili reintroduzioni:

 

 

È dunque ammissibile e, per diversi motivi, possibile ed opportuna l'ipotesi di reintroduzione in aree adatte alla specie ma che non ne sopportino più popolazioni vitali. Tra i fattori limitanti per questa specie, pare importante sia l'abbandono delle tecniche agricole tradizionali, che in passato consentivano la sopravvivenza di Z. polyxena anche nell'agrosistema, sia la generale avanzata del bosco: in effetti, gli ambienti a cui è presumibilmente legata questa farfalla nell'Italia settentrionale e nel Canton Ticino sono quei biotopi di transizione tra aree antropizzate ed aree verdi (scarpate, aree marginali) con gestione saltuaria ed estensiva, oggigiorno sempre più rari in un paesaggio che, secondo i casi, è totalmente abbandonato ovvero intensivamente sfruttato.

 

Poiché i bruchi di Z. polyxena sono stenofitofagi su piante del genere Aristolochia (A.clematitis, A.pallida e, forse, A. rotunda), premessa indispensabile ad un progetto di reintroduzione è accertare l'esistenza di un buon popolamento delle piante ospiti. Tali piante devono inoltre vegetare in ambiente idoneo e relativamente stabile.

 

Questo protocollo è stato redatto con particolare riferimento ad uno studio di fattibilità elaborato per il Canton Ticino, dove Z. polyxena è stata segnalata fino al 1918; poiché la mancanza di recenti segnalazioni fa ritenere estinta la specie in Svizzera, i biologi ticinesi N. Zambelli, N. Patocchi e M. Moretti, con la collaborazione del Dr. Ladislaus Reser, entomologo del Museo Cantonale di Storia Naturale di Lucerna, e del Museo Cantonale di Storia Naturale di Lugano, hanno redatto un progetto preliminare per la reintroduzione di Zerynthia polyxena nei pressi del paese di Meride, in un'area in cui recentemente è stata segnalata una stazione della pianta ospite.

 

2. Valutazione di fattibilità

Il progetto di reintroduzione deve definire innanzitutto i seguenti punti preliminari :

 

  1. Inquadramento dell'intervento a favore di Z. polyxena all'interno delle strategie di conservazione locali, nazionali ed internazionali.

  2. Indagine preliminare di campo volta ad accertare l'assenza (o quanto meno l'estrema rarefazione) della specie nell'area oggetto di possibile reintroduzione: a seguito di tale indagine, da compiersi "a vista" lungo transetti opportunamente disposti in ambiti significativi, non deve essere contattato alcun esemplare della specie.

  3. Descrizione delle caratteristiche ambientali fondamentali che in passato supportavano la presenza di Z. polyxena nell'area in cui si intende operare.

  4. Esposizione dei probabili motivi che hanno causato la locale estinzione della specie e localizzazione temporale di tale evento.

  5. Individuazione e descrizione di una buona popolazione in grado di fornire gli esemplari da reintrodurre; tale popolazione deve essere preferibilmente localizzata in Italia Settentrionale, non deve essere minacciata di estinzione, deve vivere in area con caratteristiche ambientali simili a quelle dell'area di intervento. Andrà motivatamente scelto lo stadio di sviluppo da utilizzare per la reintroduzione (piante occupate dalle uova o dalle crisalidi, larve o adulti); in ogni caso gli esemplari da prelevare dovranno essere raccolti in un'area la più ampia possibile, al fine di tentare la conservazione di una certa variabilità genetica nei fondatori della nuova popolazione; occorre valutare il numero minimo di esemplari da reintrodurre al fine di costituire una popolazione vitale.

  6. Approfondita documentazione sulle esigenze ecologiche di Z. polyxena, in riferimento a tutti gli stadi (uova, larve, pupe, adulte), con individuazione dei fattori limitanti.

  7. Documentazione della non permanenza o delle modalità di preliminare rimozione delle cause di estinzione nell'area scelta per la reintroduzione.

  8. Verifica di eventuali vincoli o proprietà riguardanti le aree prescelte.

  9. Valutazione degli effetti degli eventuali interventi di riqualificazione ambientale sul resto dell'ecosistema, su altri progetti di tutela e gestione naturalistica del territorio e sulle attività antropiche di interesse economico.

  10. Programmazione di campagne informative e di sensibilizzazione degli abitanti.

  11. Descrizione del programma pluriennale di monitoraggio dell'esito dell'intervento.

 

A titolo esemplificativo di quanto esposto in alcuni dei punti precedenti, si dovrà rispondere alle seguenti domande:

 

3. Progettazione dell'intervento

Il progetto dell'intervento deve essere sviluppato sui seguenti punti fondamentali:

 

  1. Pianificazione degli interventi per rimuovere le cause di estinzione e/o per migliorare le caratteristiche ambientali dell'area in cui si intende reintrodurre Z. polyxena, con particolare riferimento alle garanzie di permanenza di un congruo numero di esemplari della pianta ospite.
     

  2. Individuazione delle popolazioni da cui effettuare il prelievo in base a considerazioni di tipo sistematico, sanitario, ecologico e conservazionistico; descrizione almeno semiquantitativa (ossia sulla base dell'esecuzione di transetti "a vista" opportunamente disposti) dello status della popolazione che fornirà gli esemplari da reintrodurre. Descrizione delle cautele atte a minimizzare i rischi che il prelievo incida negativamente sulla popolazione di provenienza.
     

  3. Individuazione del periodo ottimale per la raccolta degli esemplari da trasferire e delle eventuali modalità di verifica del relativo stato sanitario.
     

  4. Progetto esecutivo che definisca:

 

    1. Ruoli e responsabilità (privati/enti coinvolti; responsabile/i del procedimento; progettista; direttore lavori; responsabile ed esecutore del monitoraggio ecc.);

    2. modalità esecutive amministrative (economia diretta, appalto a ditta, coinvolgimento di associazioni ecc.);

    3. Istruzione e formazione del personale coinvolto;

    4. Interventi di riqualificazione ambientale per favorire l'insediamento delle nuove popolazioni, con particolare riferimento alla garanzia di presenza della pianta ospite per gli anni successivi alla reintroduzione.

    5. Tempi e metodi di raccolta, trasporto, eventuale allevamento e rilascio degli esemplari; definizione della struttura dei fondatori (rapporto tra i sessi, classi d'età ecc.).

    6. Programma di monitoraggio pluriennale: un primo controllo dovrà verificare se la specie si è instaurata oppure, nel caso contrario, fornire elementi utili alla comprensione dei motivi dell'insuccesso; onde valutare una eventuale ripetizione dell'operazione; successivamente sarà necessario un monitoraggio più approfondito (anche attraverso l'osservazione ed il conteggio di uova e bruchi) per verificare dimensione e stabilità della nuova popolazione. I risultati potranno accrescere le conoscenze riguardo all'ecologia di questa specie; dovranno inoltre essere finalizzati anche alla definizione del tipo migliore di gestione.

    7. Modalità per l'esecuzione di eventuali varianti in corso d'opera.

    8. Tempistica per l'avvio ed il completamento di tutte le operazioni previste;

    9. Costi complessivi dell'operazione nelle sue diverse fasi, elenco prezzi, capitolato speciale.
       

  1. Modalità per l'informazione e l'eventuale coinvolgimento di amministrazioni pubbliche, enti, associazioni e popolazioni locali;
     

  2. Dovranno essere esplicitamente previsti rapporti tecnico-scientifici e testi divulgativi; dovrà essere fornita una relazione finale contenente una valutazione critica dei risultati ed osservazioni e proposte sulla possibilità di proseguire il progetto in altre aree ovvero con specie più delicate.
     

Nota (di E. Mermet)

 

È essenziale che nell’area individuata (presso il lago di Lugano) vengano introdotte Z. polyxena razza padana che in precedenza erano presenti in alcune aree limitrofe (Val Ponzate presso Como e boschi di Rescaldina).

La pianta ospite dovrebbe essere Aristolochia pallida che vegeta a fine marzo/aprile, periodo di volo delle popolazioni lombarde e piemontesi in gran parte infeudate a questa specie, mentre l’A. clematitis vegeta a fine aprile/maggio.