Introduzione

Le ricerche sui Ropaloceri di Lombardia, allo stato attuale delle conoscenze, possono considerarsi soddisfacenti, in quanto numerosi entomologi del passato e presenti hanno effettuato indagini sul suo territorio. Fra gli studiosi più autorevoli meritano di essere citati: il Verity, con la sua monumentale opera “Le farfalle diurne d’Italia” (1940-1953), dove numerose sono state le citazioni di reperti lombardi; il Curò, con le ricerche sui Lepidotteri dello Stelvio (1873); Rocci e Taccani, con il loro elenco dei Ropaloceri della regione del Lago Maggiore (1940-1977); il Turati, con le ricerche sui Lepidotteri della Valcamonica (1912); Piazzoli e Perroni, con le ricerche sui Lepidotteri della Val Malenco (1958); il Floriani, con le osservazioni su alcuni Esperidi e Licenidi della Lombardia (1962-1968). Inoltre, vanno ricordati anche anche Fohst, Rapuzzi, Wolfsberger, Zanini, con i loro studi e ricerche sui Lepidotteri del Bresciano e del Lago di Garda.

 

A queste opere vanno aggiunte le più recenti ricerche a livello provinciale, con contributi molto avanzati sulle popolazioni di Ropaloceri della provincia di Sondrio – con ben 150 specie (Bassani et al., 2001; Pensotti, 2004) della provincia di Lecco, ancora in fase di preparazione (Pensotti); della provincia di Varese, con 116 specie (Mermet, 1998) e del comprensorio gardesano, con particolare riferimento alla provincia di Brescia (Sala, 1996).

 

Un importante e decisivo contributo è fornito anche dalle collezioni pubbliche e private, visionate per la realizzazione del presente censimento: la collezione Taccani al Museo Civico di Storia Naturale di Milano; la collezione Gusmeroli al Museo di Morbegno (SO); le collezioni private Balestrazzi di Pavia, Bossi di Gallarate (VA), De Castro di Como, Naluzzo e Restelli di Legnano (MI), Sala di Salò (BS), oltre ad altrettante che per motivi logistici non si sono potute verificare di persona. Fra queste ultime meritano di essere citate: la collezione Curò al Museo “Caffi” di Bergamo; le collezioni A.Fiori e Pozzi Montandon al Museo di Milano; la collezione Simodetti al Museo di Varese; la collezione A.Torriani al Museo di Scienze Naturali di S. Pellegrino (BG), le collezioni private Fazio di Varzi (PV), Floriani di Milano, Mariani di Seregno (MI), Palmi di Monza, Pensotti di Milano e Saveri di Varese.

 

Mancano infine informazioni su specifiche ricerche e/o collezioni per le province di Lodi, Cremona e Mantova; tale vuoto è tuttavia in certo senso colmato dalle sufficienti conoscenze sul limitato numero di specie di Ropaloceri della bassa Pianura Padana.

 

Sulla base di queste informazioni, sono state censite 192 specie presenti sul territorio lombardo, pari a circa il 69% delle 280  specie di Ropaloceri italiani (CKMap v. 5.1 2004): ciò pone la Lombardia fra le regioni italiane con il più alto numero di specie.

 

Alcune specie, pur essendo censite in questo lavoro, sono state escluse dal conteggio in quanto estinte, oppure relegate a citazioni storiche, o relative a determinazioni considerate dubbie ed indotte dalla grande somiglianza con altre specie; sono state pure escluse dal conteggio specie con areali di distribuzione lontani dalla Lombardia e dai territori limitrofi.