foto Kate Maciejewska
Si tratta dell’unica area collinare preappenninica e montana appenninica di Lombardia, situata in provincia di Pavia ed inserita fra la Val Scrivia nel basso Piemonte e la Val Trebbia in Emilia, culminando nei Monti Penice, Lesina e Chiappo a pochi chilometri dal confine con la Liguria.
L’Oltrepò Pavese è caratterizzato da un paesaggio ondulato e variopinto, dal clima prettamente appenninico, all’inizio collinare con prati, campi di cereali, frutteti e vigneti, alternati a prati magri cespugliati, boschi radi termofili e macchie submediterranee, per lasciare spazio man mano che ci si inoltra verso il crinale appenninico, ad un paesaggio submontano e montano, con superfici forestali più consistenti, con castagneti e faggete.
Pur non essendo a conoscenza di specifiche ricerche sulle popolazioni di Ropaloceri in grado di quantificarne l’esatta consistenza, l’Oltrepò Pavese, grazie anche alla diversificazione floristica che lo caratterizza e alla bassa pressione antropica, ospita sicuramente un gran numero di specie di Ropaloceri, tra i più alti delle province lombarde: comprende infatti oltre a buona parte delle specie planiziali, collinari e montane anche diversi elementi mediterranei appenninici, con presenze in parte confermate ed in parte da confermare, in quanto segnalate per località limitrofe della Val Trebbia nel Piacentino o dell’Appennino ligure-emiliano.
Fra le specie più significative degli ambienti preappeninici ed appenninici del versante padano vanno ricordate:
l’Esperide Pyrgus sidae, qui sicuramente presente in quanto recentemente osservato in una località della Val Trebbia molto prossima al confine con l’Oltrepò Pavese e segnalato nel confinante alessandrino;
l’Esperide Thymelicus acteon, con presenza da confermare e ricordato della Lombardia con una sola cattura dubbia sul Lago d’Iseo e anch'esso segnalato nel confinante alessandrino;
la Licenide Lycaena thersamon, tipico elemento appenninico diffuso dal basso Piemonte nell’Astigiano e Alessandrino all’Italia centro-meridionale;
il Licenide Satyrium acaciae, raro e localizzato in prossimità di macchie e siepi di Prunus spinosa, in Lombardia noto anche di poche località del Gardesano;
il Licenide Cupido alcetas, anch’esso noto solo del Gardesano e dell’Oltrepò oltre a singole catture nel Bergamasco e negli incolti attorno a Legnano (MI);
il Licenide Cupido osiris, diffuso sull’Appennino ligure ed emiliano e qui segnalato;
il Licenide Syntaurucus pirithous, elemento mediterraneo solo occasionalmente migrante in Lombardia, dove raramente è stato segnalato, e recentemente osservato nell’Oltrepò in discreto numero nell’entroterra collinare di Casteggio;
il Licenide Polyommatus hispanus, in Italia presente solo sull’Appenino ligure e tosco-emiliano;
il Licenide Polyommatus daphnis, in Lombardia noto anche di poche località del Gardesano e della Bergamasca e qui segnalato;
la Pieride Euchloe crameri (recentemente separata dalla congenere E. ausonia), qui presente lungo i crinali collinari a margine di cespuglieti e boschetti, e ricordato di Lombardia con una sola citazione storica di Brunate (CO);
la Satiride Arethusana arethusa, diffusa nelle Alpi Marittime e Cozie fino alla Val di Susa, oltre all’Appenino ligure e piemontese fino all’altezza di Genova, e qui presente nell’area montana;
la rara Satiride Chazara briseis, in Lombardia nota solo di singole località del comprensorio gardesano e la cui presenza è segnalata nell’Oltrepò e nel preappennino e appennino piemontese;
la Satiride Hipparchia alcyone, presente nell’area montana più interna e citata nel confinante Appennino ligure-emiliano con la sua forma nigrogenava (Verity 1953);
la Satiride Pyronia cecilia, la cui presenza è qui possibile stante l’areale di diffusione nell’Appennino ligure e nell’Italia peninsulare, oltre a poche colonie disgiunte nel basso Trentino a monte del Lago di Garda;
infine, anche se non strettamente legata alla fauna appenninica, la grande Ninfalide Limenitis populi, qui presente nell’area più interna e boscosa, in una stazione fra le più meridionali del suo areale italiano di distribuzione.
A conclusione di queste note, viene segnalata in Lombardia la presenza di Cacyreus marshalli, Licenide esotico dell’Africa australe, importato con i gerani coltivati (Pelargonium sp.) a cui è infeudato e cui risulta assai dannoso per la voracità dei suoi piccoli bruchi, che divorano la parte interna dei fusti ed i boccioli fiorali al punto da indurre alla sostituzione dei gerani ornamentali con altre specie di fiori in alcune località turistiche del Mediterraneo. La specie, già nota dell’Italia meridionale e del bacino del Mediterraneo fino agli anni ’90 del secolo scorso, si è rapidamente diffusa anche nell’Italia settentrionale fino alla cerchia alpina, dove le prime segnalazioni risalgono agli anni 2002-2003.