A conoscenza del compilatore non si evidenziano particolari condizioni di pericolo delle popolazioni delle specie di Cholevidae presenti in Lombardia. Le indicazioni dei codici di "emergenze" si riferiscono alle sole specie endemiche, ad areale più o meno ristretto, che costituiscono la maggioranza dei Cholevidae presenti sul territorio lombardo. La raccolta di questi insetti, senza particolare valore estetico, risulta limitata al solo fine di studio da parte di pochi specialisti e pertanto di portata non significativa.
Le conoscenze su questo gruppo appaiono di buon livello, anche se rimangono problemi di carattere tassonomico ancora aperti ed è probabile la presenza sul territorio di specie ancora da descrivere.
Approcci di gestione ambientale differenti vanno comunque indicati per la salvaguardia delle specie ipogee, di quelle silvicole e di quelle, generalmente alate, legate a materiale organico in decomposizione e a nidi e tane di animali:
specie ipogee: le grotte non costituiscono che una parte dell'ambiente colonizzato dai Cholevidae Leptodirinae ipogei, tuttavia la salvaguardia dell'integrità dell'ambiente delle grotte in generale è fondamentale per la ricerca e lo studio di questi insetti; tali indagini risulterebbero altrimenti possibili solo in parte e con ben più difficili ricerche in profondità nel suolo. Non è infatti possibile definire improbabili estinzioni di popolazioni di Leptodirinae se non con profondi e radicali cambiamenti delle condizioni del sottosuolo (lavori di cava estesi su piccole lenti calcaree, variazioni significative del livello delle falde acquifere, inquinamento delle acque anche in profondità, mancanza di apporto di materiale organico nel sottosuolo per gravi alterazioni - es: impermeabilizzazione degli strati da idrocarburi, asfaltature, cementificazioni molto estese - per altro attualmente poco probabili in zone collinari o montuose).
specie silvicole:
è assolutamente indispensabile la difesa dell'ambiente "bosco",
anche con mantenimento della copertura del suolo con foglie morte, a diverso
grado di decomposizione. Condizione fondamentale è infatti la presenza
di umidità con un graduale passaggio dallo strato più superficiale di
detrito organico vegetale al sistema di microfessure della base di roccia
attraverso i vari strati del terreno. Varie specie di Cholevidae, soprattutto
Leptodirinae, popolano in successione i vari livelli di profondità del
suolo, in base alle caratteristiche locali di umidità, temperatura, granulometria,
con una successione senza soluzione di continuità fino agli strati più
profondi.
specie legate a materiale organico in decomposizione in ambienti diversi e a nidi e tane di animali: a questo gruppo si ascrivono specie non segnalate fra le "emergenze", generalmente buone volatrici e con media/grande capacità di dispersione. Si tratta di Cholevidae che non risentono eccessivamente dei cambiamenti indotti sul territorio e che possono incontrarsi anche in piccole aree verdi, anche all'interno delle città. Il solo Catops dorni è strettamente legato ai nidi di Talpa e la sua presenza è quindi legata a quella dell'ospite.
La salvaguardia dell'ambiente boschivo rappresenta forse l'emergenza più immediata in una fase di espansione delle attività umane e di costruzione o allargamento di strade e insediamenti umani. Da segnalare ancora la necessità di proteggere le grotte da usi impropri (principalmente come discariche per rifiuti solidi e liquidi, urbani e industriali (per via diretta o indiretta)) e l'effetto negativo sulla fauna dell'eventuale loro utilizzazione a fini turistici.
A questo riguardo, si evidenzia che la normativa lombarda più rilevante per quanto attiene la conservazione e la gestione degli invertebrati è stata approvata con la delibera di giunta regionale 20 aprile 2001 n.VII/4345, avente per oggetto “Approvazione del Programma Regionale per gli Interventi di Conservazione e Gestione della Fauna Selvatica nelle Aree Protette e del Protocollo di Attività per gli Interventi di Reintroduzione di Specie Faunistiche nelle Aree Protette della regione Lombardia”. In tale documento non è menzionata nessuna specie di Cholevidae, tuttavia è prevista la tutela di tutte le comunità invertebrate ipogee, fatto che determina automaticamente la protezione di tutti i Cholevidae caratteristici di tali ambienti.