Myotis mystacinus (foto di M. Mucedda)
È un pipistrello di piccola taglia: la lunghezza testa-corpo è compresa tra 35 e 48 mm, l’apertura alare tra 190 e 225 mm e il peso è di soli 4-8 g. Orecchie, patagio e muso sono di colore bruno-nerastro. Il colore del dorso è abbastanza variabile, da bruno scuro a grigio-bruno. Il ventre è grigio (Fornasari et al., 1997).
Specie primitivamente boschereccia, predilige attualmente i parchi e i giardini prossimi agli abitati e gli abitati stessi; può trovarsi dal livello del mare fino ad oltre 2400 m di quota. Sceglie ambienti aperti con la presenza di pochi alberi; frequenta spesso le superfici d’acqua. I rifugi estivi e le nursery si localizzano spesso vicini ai corsi d’acqua, nelle soffitte, negli interstizi fra le travature e le parti in muratura, negli spacchi esterni e interni delle mura, dietro le persiane, fra le pareti delle abitazioni e i loro eventuali rivestimenti esterni, entro le cappelle e le costruzioni di campagna anche se solo temporaneamente disabitate, di rado nei cavi degli alberi e nelle bat-box. Sverna nelle cavità sotterranee naturali o artificiali. Caccia volando avanti e indietro ispezionando il fogliame alla ricerca di insetti, con percorsi ripetuti ad intervalli regolari. Le nursery possono contenere fino a un centinaio di femmine e sono spesso utilizzate da altre specie. I piccoli (uno solo per femmina) vengono alla luce verso la metà di giugno (Fornasari et al., 1997; Spagnesi & Toso, 1999).
Specie sedentaria o migratrice occasionale. Il suo comportamento migratorio è in realtà poco conosciuto. Lo spostamento maggiore documentato per l’Europa è di 40 km (Rodrigues et al., 2002).
In Italia la sua distribuzione è ancora poco conosciuta soprattutto alla luce del fatto che fino a poco tempo fa veniva spesso confuso con il Vespertilio di Brandt (Spagnesi & Toso, 1999).
Dai pochi dati a disposizione per la Lombardia fino al 2001 è possibile ipotizzare che M. mystacinus abbia una distribuzione limitata alle zone perilacustri e ai corsi d’acqua, anche artificiali, nella parte occidentale della regione, oltre che nella bassa Valtellina (Figura 8.3). I dati raccolti appositamente per il presente progetto (catture e rilevamenti tramite bat-detector) mostrano invece una distribuzione ben più ampia, con la presenza della specie su numerosi corpi d’acqua.
Figura 8.3. Distribuzione del Vespertilio mustacchino (Myotis mystacinus) in Lombardia.
Il Vespertilio mustacchino è specie inserita nell’allegato IV alla Direttiva Habitat (Dir. 92/43/CEE) “Specie di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa”. È inoltre inserita nell’Allegato II alla Convenzione di Bonn (resa esecutiva in Italia con la Legge 42/1983) che comprende le specie migratrici considerate in cattivo stato di conservazione, per la cui tutela le Parti contraenti s’impegnano a concludere accordi ai fini di conservazione e gestione. La specie è altresì inclusa nel cosiddetto Bat Agreement o Accordo sulla Conservazione dei Pipistrelli in Europa (ratificato in Italia con Legge 104/2005). È infine incluso nell’Allegato II “Specie particolarmente protette” della Convenzione di Berna (ratificata in Italia con Legge 503/1981). Secondo la lista rossa redatta dall’IUCN (2004) la specie è da considerarsi “a minor rischio” (LR). Secondo la Lista Rossa dei Vertebrati Italiani (Calvario & Sarrocco, 1997) la specie è da considerarsi “vulnerabile” (VU). Dai dati contenuti nei rapporti dell’anno 2003 e 2004 sullo status e gli andamenti dei Chirotteri nei Paesi aderenti al Bat Agreement (e altri Paesi non partner che partecipano tuttavia ai progetti) risulta che la specie sia generalmente caratterizzata da un buono status di conservazione e che negli ultimi anni si sia dimostrata, nella maggior parte d’Europa, stabile (www.eurobats.org). I dati a disposizione in Lombardia non sono sufficienti per stabilire lo status di conservazione della specie o valutare gli andamenti di popolazione. Il valore di priorità complessiva regionale è pari a 8 (si veda capitolo “Priorità di conservazione e aree di maggiore importanza”).
Si ritiene che Myotis mystacinus sia principalmente minacciato dall’uso di sostanze tossiche utilizzate per il trattamento delle parti in legno degli edifici oltre che dalla alterazione degli habitat di foraggiamento e dal disturbo e allontanamento delle colonie riproduttive e di svernamento.
Attualmente gli interventi di conservazione si possono limitare all’adozione di misure generali di gestione del paesaggio che consentano il mantenimento o il ripristino degli ambienti riparali, degli ambienti forestali ed ecotonali oltre che degli elementi lineari quali siepi e filari. Inoltre massima attenzione va rivolta alle attività, materiali e sostanze utilizzati durante le ristrutturazioni.