Myotis daubentonii (foto di P. Bonazzi)
È un pipistrello di media taglia: la lunghezza testa-corpo è compresa tra 45 e 55 mm, l’apertura alare tra 240 e 275 mm e il peso è di 7-15 g. È caratterizzato dai piedi molto grossi coperti da lunghe setole. Orecchie, patagio e muso sono di colore bruno grigio scuro. Il dorso ha un colore bruno grigiastro, talvolta con sfumature bronzee; il ventre è grigio chiaro con sfumature brune.
La specie, primitivamente boschereccia, è attualmente frequente anche negli abitati, grandi città comprese, purché prossimi a corpi d’acqua; predilige infatti le zone planiziali boscose o a parco con fiumi, laghi e stagni. In estate si rifugia nei cavi degli alberi, nelle bat-box, negli edifici, nelle spaccature dei muri, di altri manufatti o delle rocce, nei nidi di Topino (Riparia riparia) e in ambienti sotterranei di vario tipo, riunendosi per lo più in colonie numerose formate da individui d’ambo i sessi (fanno eccezione quelle riproduttive); è stato trovato anche fra le pietre accumulatesi sul pavimento delle grotte, sino a una profondità di 60 cm. Durante la primavera e l’estate le femmine si riuniscono in nursery in alberi cavi (con fori di ingresso anche relativamente vicini al terreno) o fessure nelle rocce, in granai o soffitte di altri edifici.
È abbastanza comune la condivisione del roost con altri Myotis, Nyctalus, Plecotus o Pipistrellus. I quartieri di svernamento sono costituiti da grotte, gallerie di miniere, sotterranei, casematte e vecchi pozzi, a quote fino a 1400 metri (Fornasari et al., 1997; Farina et al., 1999; Fornasari et al., 1999; Spagnesi & Toso, 1999).
La specie compie brevi spostamenti, per lo più inferiori ai 100-150 km, tra i quartieri estivi e quelli invernali; lo spostamento più lungo sinora accertato è di 260 km (Rodrigues et al., 2002).
In Italia la specie è probabilmente presente ovunque, ma localmente rarefatta (Fornasari et al., 1999; Spagnesi & Toso, 1999).
Dall’analisi dei dati (distributivi ed ambientali) a disposizione fino al 2001 si può ipotizzare una distribuzione omogenea sui corsi e corpi d’acqua della parte planiziale e collinare della regione, oltre che su tutti i principali laghi (Figura 8.7). L’impossibilità di identificare con certezza le emissioni ultrasoniche di M. daubentonii da M. capaccinii impone una certa cautela, mitigata in parte dalla maggiore diffusione del Vespertilio di Daubenton alle nostre latitudini e dalla distribuzione delle sue catture.
Figura 8.7. Distribuzione del Vespertilio di Daubenton (Myotis daubentonii) in Lombardia.
Il Vespertilio di Daubenton è specie inserita nell’allegato IV alla Direttiva Habitat (Dir. 92/43/CEE) “Specie di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa”. È inoltre inserita nell’Allegato II alla Convenzione di Bonn (resa esecutiva in Italia con la Legge 42/1983) che comprende le specie migratrici considerate in cattivo stato di conservazione, per la cui tutela le Parti contraenti s’impegnano a concludere accordi ai fini di conservazione e gestione. La specie è altresì inclusa nel cosiddetto Bat Agreement o Accordo sulla Conservazione dei Pipistrelli in Europa (ratificato in Italia con Legge 104/2005). È infine incluso nell’Allegato II “Specie particolarmente protette” della Convenzione di Berna (ratificata in Italia con Legge 503/1981). Secondo la Lista Rossa redatta dall’I.U.C.N. (2004) la specie è “a più basso rischio di estinzione” (LR). Invece secondo la Lista Rossa dei Vertebrati Italiani (Calvario & Sarrocco, 1997) la specie è "vulnerabile". Dai dati contenuti nei rapporti dell’anno 2003 e 2004 sullo status e gli andamenti dei Chirotteri nei Paesi aderenti al Bat Agreement (e altri Paesi non partner che partecipano tuttavia ai progetti) risulta che la specie è generalmente caratterizzata da un buon status di conservazione e che negli ultimi anni si è dimostrata stabile se non in aumento (www.eurobats.org); tale fatto è, secondo alcuni, legato all’aumento dell’eutrofizzazione dei corpi d’acqua e di conseguenza di prede abituali di M. daubentonii, quali i Chironomidi (Kokurewicz, 1995; Vaughan et al., 1996). In Lombardia la specie è da considerarsi “a più basso rischio”, con un valore di priorità complessiva regionale pari a 8 (si veda il capitolo “Priorità di conservazione e aree di maggiore importanza”).
Pur godendo di uno status generalmente favorevole, il Vespertilio di Daubenton può risultare localmente minacciato (Stebbings, 1988; Mitchell-Jones et al., 1999; Entwistle et al., 2001; Moretti et al., 2003; www.eurobat.org) da frammentazione, isolamento, diminuzione e scomparsa degli habitat preferenziali di caccia costituiti da corsi e corpi d’acqua e relativi boschi ripariali; diminuzione o scomparsa delle nursery in alberi cavi, edifici e ponti; gestione non appropriata delle sponde dei corsi d’acqua, che portano ad una diminuzione delle prede presenti e ad una perdita di elementi del paesaggio importanti per i pipistrelli in quanto utilizzati come linee di riferimento nei loro spostamenti tra i rifugi e le aree di foraggiamento; gestione non appropriata delle risorse idriche, comprendenti l’eccessiva captazione risultante in una perdita di habitat di caccia; diminuzione o scomparsa di rifugi invernali in cavità sotterranee. Inoltre la specie potrebbe risentire del bioaccumulo di prodotti chimici tossici presenti negli ambienti acquatici frequentati.
Le misure di conservazione della specie passano essenzialmente sul mantenimento dei siti di rifugio, sia invernali che estivi e soprattutto delle nursery. A tale scopo risulta essenziale la divulgazione e l’educazione delle popolazioni locali, nonché degli enti preposti al controllo della fauna selvatica e di quelli preposti alla gestione dei manufatti pubblici quali i ponti. Poiché la specie trova abitualmente rifugio anche in habitat forestale è opportuna la conservazione e la gestione corretta del patrimonio forestale. Risulta altrettanto importante la riqualificazione degli habitat ripariali, nonché degli habitat agricoli, con il mantenimento di vegetazione ripariale, spalliere arboree e siepi. L’uso di erbicidi ed insetticidi, va il più possibile limitato. Poiché la specie utilizza a volte le apposite bat-box, la loro apposizione può favorire localmente la presenza e l’abbondanza del Vespertilio di Daubenton (Stebbings, 1988; Entwistle et al., 2001; Moretti et al., 2003).