VESPERTILIO DI CAPACCINII (Myotis capaccinii)

 

Myotis capaccinii (foto di F. Farina)

 

È un pipistrello di media taglia: la lunghezza testa-corpo è compresa tra 47 e 54 mm, l’apertura alare tra 230 e 260 mm e il peso è di 6-15 g. È caratterizzato dai piedi molto grossi ricoperti da lunghe setole. Orecchie e patagio sono di colore bruno grigiastro, il muso è leggermente più chiaro. La pelliccia è folta e morbida; il dorso ha un colore grigio chiaro appena sfumato di marrone e giallastro; il ventre è di colore grigiastro.

 

È una specie strettamente legata all’acqua, forse ancor più di M. daubentonii. Il Vespertilio di Capaccinii è considerato nel sud dell’Europa tipicamente troglofilo, legato sia per le colonie riproduttive che per i rifugi invernali a grotte o cave artificiali. In alcuni casi frequenta anche strutture edificate dall’uomo, purché molto tranquille e prossime agli habitat di alimentazione. Si riuniscono in grappoli appesi alle pareti o alle volte, o si nascondono in inverno all'interno di fessure. Il periodo di ibernazione va da ottobre ad aprile. Nei vari momenti del ciclo annuale possono condividere i rifugi con altre specie (Rinolofo maggior,e Miniottero, Vespertilio di Daubenton, Vespertilio maggiore). In Italia centrale, negli hibernacula è particolarmente frequente l'associazione con Miniopterus schreibersii. La dieta è probabilmente molto simile a quella del Vespertilio di Daubenton, costituita da insetti catturati sul pelo dell'acqua (Ditteri e Tricotteri) (Fornasari et al., 1997; Farina et al., 1999; Fornasari et al., 1999; Spagnesi & Toso, 1999).

 

Le nursery sono formate da gruppi a volte superiori a 500 femmine che possono condividere le cavità con individui di altre specie. (M. myotis, M. blythii). Le nascite (un solo piccolo) avvengono nella seconda metà di giugno, l’involo avviene a circa un mese di distanza dalla nascita (Farina et al., 1999).

 

La specie è considerata sedentaria, di norma gli spostamenti non superano la decina di km, sebbene siano stati registrati spostamenti fino ad un centinaio di km (Rodrigues et al., 2002). In Lombardia è stato registrato uno spostamento di 38 km.

 

Il Vespertilio di Capaccinii è segnalato in quasi tutte le regioni (eccettuate Emilia-Romagna, Marche e Umbria); è probabilmente presente ovunque, anche se meno frequentemente nelle regioni del nord e del centro; sembra essere localmente abbondante sui grandi laghi prealpini dell’Italia settentrionale (Farina et al., 1999; Patriarca & De Bernardi, 2004).

 

Analizzando i dati ambientali e di distribuzione a disposizione fino al 2001 si può ipotizzare un areale coincidente con la parte settentrionale della provincia di Varese e con le sponde e i rilievi carsici del lago di Como (Figura 8.8). L’impossibilità di identificare con certezza le emissioni ultrasoniche di M. daubentonii da M. capaccinii impone una certa cautela, soprattutto alla luce della distribuzione delle catture.


 

Figura 8.8. Distribuzione del Vespertilio di Capaccinii (Myotis capaccinii) in Lombardia.

 

Myotis capaccinii è specie inserita nell’allegato II alla Direttiva Habitat (Dir. 92/43/CEE) “Specie animali e vegetali di interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di zone speciali di conservazione”. È inoltre inserita nell’Allegato II alla Convenzione di Bonn (resa esecutiva in Italia con la Legge 42/1983) che comprende le specie migratrici considerate in cattivo stato di conservazione, per la cui tutela le Parti contraenti s’impegnano a concludere accordi ai fini di conservazione e gestione. La specie è altresì inclusa nel cosiddetto Bat Agreement o Accordo sulla Conservazione dei Pipistrelli in Europa (ratificato in Italia con Legge 104/2005). La specie è inclusa nell’elenco di priorità per il triennio 2003-2006, stilato dai Paesi partner del Bat Agreement, per quanto concerne il suo monitoraggio e gli studi di autoecologia. È infine incluso nell’Allegato II “Specie particolarmente protette” della Convenzione di Berna (ratificata in Italia con Legge 503/1981). Secondo la Lista Rossa redatta I.U.C.N. (2004) la specie è da considerarsi “vulnerabile” (VU); secondo la Lista Rossa dei Vertebrati Italiani (Calvario & Sarrocco, 1997) è invece da considerarsi “in pericolo” (EN). I dati a disposizione per la Lombardia indicano che la specie possa essere considerata “in pericolo”, con un valore di priorità complessiva pari a 12 (si veda, a questo proposito, il capitolo “Priorità di conservazione e aree di maggiore importanza”).

Dai dati contenuti nei rapporti dell’anno 2003 e 2004 sullo status e gli andamenti dei Chirotteri nei Paesi aderenti al Bat Agreement (e altri Paesi non partner che partecipano tuttavia ai progetti) risulta che la specie è generalmente caratterizzata da uno status di conservazione sfavorevole anche se in alcuni paesi mediterranei risulta specie comune e localmente abbondante (www.eurobats.org).

Attualmente le minacce che gravano su M. capaccinii sono costituite essenzialmente dalla alterazione e distruzione dei siti ipogei utilizzati quali rifugi, nursery e hibernacula, soprattutto in considerazione dell’elevata gregarietà della specie. Come M. daubentonii può risultare localmente minacciato da frammentazione, isolamento, diminuzione e scomparsa degli habitat preferenziali di caccia costituiti da corsi e corpi d’acqua e relativi boschi ripariali. Inoltre la specie potrebbe risentire del bioaccumulo di prodotti chimici tossici presenti negli ambienti acquatici frequentati.

Le misure di conservazione della specie passano essenzialmente sul mantenimento dei siti di rifugio, sia invernali che estivi e soprattutto delle nursery. Poiché la specie trova abitualmente rifugio in ambiente ipogeo particolare attenzione va posta alla protezione di tali siti e particolare riguardo va indirizzato al posizionamento di grate di chiusura delle cavità naturali e artificiali. Risulta altrettanto importante la riqualificazione degli habitat ripariali, sia per quanto riguarda la qualità delle acque sia per quanto concerne il mantenimento della vegetazione ripariale.