Eptesicus [Amblyotus] nilssonii (foto di M. Nodari)
È un pipistrello di dimensioni medio-grandi: la lunghezza testa-corpo varia tra 54 e 68 mm, l’apertura alare tra 240 e 280 mm e il peso è di 8-17,5 g. Il dorso ha un colore bruno con una macchia leggermente più chiara nella zona delle scapole; il ventre è grigio-giallastro. Il muso, le orecchie e il patagio sono di colore nero.
Specie relativamente microterma, predilige le zone di media e bassa montagna nelle parti più temperate del suo areale, quelle di pianura e di bassa altitudine nelle parti più fredde; pur frequentando soprattutto foreste di conifere, boschi e boscaglie, non disdegna altri tipi di ambienti naturali o seminaturali ed è frequente anche nelle aree con insediamenti umani. I suoi limiti altitudinali sono compresi fra il livello del mare e i circa 2.300 m nelle Alpi. I rifugi estivi si trovano normalmente nelle fessure delle rocce e dei muri, occasionalmente nei cavi degli alberi e nelle cataste di legna, nonché, soprattutto per quanto riguarda le nursery, negli edifici (sottotetti, spacchi nelle travi, interstizi fra le mura e persiane, travature e rivestimenti di tipo vario). I rifugi invernali si trovano negli edifici e nelle loro cantine, talora nelle grotte, nei tunnel e nelle gallerie minerarie. Le colonie riproduttive, cambiano sede di frequente, talora all’interno di uno stesso edificio, e constano di 10-80 femmine, alcune delle quali non gravide. I piccoli, in numero di 1-2, vengono partoriti tra metà giugno e metà luglio. In estate il foraggiamento ha luogo preferibilmente in aree aperte, quali zone agrarie, margini dei boschi e delle foreste o loro radure e corpi d’acqua; in primavera e in autunno, quando la biomassa degli Insetti in volo è inferiore rispetto a quella presente in estate, aumenta il numero degli animali che cacciano in prossimità dei lampioni e di altre fonti di luce. Le prede consistono di Insetti catturati in volo, soprattutto Ditteri, Lepidotteri, Neurotteri ed Emitteri (Spagnesi & Toso, 1999).
La specie è considerata sedentaria; il più lungo spostamento sinora accertato in Europa è di 115 km (Rodrigues et al., 2002).
In Italia la specie è nota solo per l’Italia settentrionale, nelle province più settentrionali della Lombardia, Trentino Alto Adige e Veneto (Spagnesi & Toso, 1999; Chirichella et al. 2003).
I pochi dati a disposizione per la Lombardia inducono a ritenere la specie presente in diverse aree dell’arco alpino (Figura 8.16). L’estensione della sua distribuzione è tuttavia ancora molto lacunosa.
Figura 8.16. Distribuzione del Serotino di Nilsson (Eptesicus [Amblyotus] nilsonii) in Lombardia.
Il Serotino di Nilsson è specie inserita nell’allegato IV alla Direttiva Habitat (Dir. 92/43/CEE) “Specie di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa”. È inoltre inserita nell’Allegato II alla Convenzione di Bonn (resa esecutiva in Italia con la Legge 42/1983) che comprende le specie migratrici considerate in cattivo stato di conservazione, per la cui tutela le Parti contraenti s’impegnano a concludere accordi ai fini di conservazione e gestione. La specie è altresì inclusa nel cosiddetto Bat Agreement o Accordo sulla Conservazione dei Pipistrelli in Europa (ratificato in Italia con Legge 104/2005). La specie è inclusa nell’elenco di priorità per il triennio 2003-2006, stilato dai Paesi partner del Bat Agreement, per quanto concerne il suo monitoraggio. È infine incluso nell’Allegato II “Specie particolarmente protette” della Convenzione di Berna (ratificata in Italia con Legge 503/1981). Secondo la Lista Rossa redatta dall’I.U.C.N. (2004) la specie è “a più basso rischio di estinzione” (LR). La Lista Rossa dei Vertebrati Italiani (Calvario & Sarrocco, 1997) segnala per il Serotino di Nilsson “carenza di informazioni” (DD). Dai dati contenuti nei rapporti dell’anno 2003 e 2004 sullo status e gli andamenti dei Chirotteri nei Paesi aderenti al Bat Agreement (e altri Paesi non partner che partecipano tuttavia ai progetti) risulta che la specie, comune in quasi tutti i paesi del nord Europa, sia caratterizzata da uno status di conservazione generalmente favorevole, con andamenti di popolazione stabili se non addirittura positivi; i diversi paesi risulta tuttavia una carenze di dati su cui basare l’analisi degli andamenti (www.eurobats.org). In Lombardia non si hanno dati a sufficienza per poter valutare lo status di conservazione. La mancanza di informazioni fa si che il valore di priorità complessiva sia abbastanza elevato (10). Si veda il capitolo “Priorità di conservazione e aree di maggiore importanza” per maggiori spiegazioni relative alle modalità di calcolo effettuate.
Le principali minacce sembrano essere imputabili all’azione di disturbo da parte dell’uomo ai rifugi, soprattutto alla luce del comportamento sinantropico della specie (Spagnesi & Toso, 1999).
Le misure di conservazione della specie passano essenzialmente sul mantenimento dei siti di rifugio. È opportuna la diffusione di modalità e tempistiche di ristrutturazione degli edifici che non distruggano o mettano in pericolo le colonie di pipistrelli. Particolare attenzione va rivolta all’uso di sostanze e materiali che possono risultare tossici per i Chirotteri (Calvario & Sarrocco, 1997).