Generalità

Una delle misure spesso previste per la conservazione e leventuale incremento del popolamento di Chirotteri consiste nel mantenimento o nellarricchimento dei siti di rifugio. Per quanto riguarda le specie fitofile, la scelta dei rifugi diurni estivi ricade sostanzialmente sulle cavità di origine naturale che si formano allinterno dei tronchi, sui grandi rami o al di sotto delle cortecce distaccate degli alberi.

 

Come già detto, il numero minimo di cavità naturali considerato ottimale per le popolazioni di Chirotteri fitofile allinterno di un bosco è di 40 ogni 10 ha (Stutz & Haffner, 1993). Nelle aree dove vi è carenza di ambienti boschivi maturi, dove quindi mancano piante morte, morenti o comunque interessate dalla presenza di nidi di picchio si può tentare di incrementare temporaneamente il numero di rifugi mediante la collocazione di una serie di rifugi artificiali detti anche bat-box (Figura 7.15) o mediante la costruzione di rifugi semi-naturali. La soluzione dei rifugi artificiali non va sicuramente intesa quale misura definitiva, ma va solo a colmare la mancanza di rifugi idonei nel lasso di tempo necessario ad effettuare misure di ripristino ambientale che consentano il raggiungimento di condizioni ecologiche naturali delle aree boschive.

 

Figura 7.15. Rifugio artificiale per Chirotteri posizionato su albero (foto di F. Farina).

 

Le bat-box possono venire utilizzate con successo anche in ambiente urbano: le specie antropofile si adattano infatti molto bene all'utilizzo di rifugi artificiali posizionati sulle pareti esterne degli edifici (Figura 7.16), sempre a condizione che vengano collocati rispettando alcuni criteri di base.

 

Figura 7.16. Rifugio artificiale per Chirotteri posizionato su edificio (foto di F. Farina).

 

Come evidenziato da Stebbings & Walsh (1997) la realizzazione e la dislocazione delle cassette rifugio dovrebbe tenere conto delle seguenti indicazioni: