Nyctalus noctula (foto di A. Persico)
È un pipistrello di grosse dimensioni: la lunghezza testa-corpo varia tra 60 e 82 mm, l’apertura alare tra 320 e 400 mm e il peso è di 19-40 g. Il colore del muso, del patagio e delle orecchie è bruno-nero. La pelliccia sul dorso è di colore fulvo lucido, il ventre è bruno chiaro opaco. Le orecchie sono corte e larghe, con l’estremità arrotondata e la base molto larga. Le ali sono strette e lunghe e durante il volo giungono quasi a toccarsi sotto il corpo.
È distribuita regolarmente, ma in modo scarso, nei boschi umidi di latifoglie o misti di bassa quota; frequenta, in modo più rarefatto anche boschi di crinale relativamente secchi; nelle aree boschive si mantiene soprattutto nella fascia marginale piuttosto che nell’interno. Si trova per lo più a bassa e media altitudine, dal livello del mare a 500-1.000 m di quota, come ad esempio in Val Canonica e in Val Siriana (Lombardia), ma durante gli spostamenti migratori può raggiungere l’alta montagna, come al valico del Col de Gretole (1.923 m, Alpi franco-svizzere). Gli habitat di foraggiamento sono più comunemente i margini di boschi e le radure, ma frequenta anche praterie, depositi di rifiuti e specchi d’acqua (Fornasari et al., 1997; Spagnesi & Toso, 1999). Nota specie forestale, utilizza principalmente rifugi all'interno delle cavità degli alberi, nidi di picchio, cavità da marcescenza e da insetti silofagi. Gli alberi maggiormente frequentati sono Quercus e Populus, assai più di rado Pinus (ove però non sono mai state trovate colonie riproduttive), Tilia, Betula e Alnus. Frequenta anche cassette per Chirotteri, fessure in piloni di cemento, intercapedini (Fornasari et al., 1997; Spagnesi & Toso, 1999). Per lo svernamento fungono da rifugio le cavità degli alberi, soprattutto se a pareti spesse, le profonde fessure della roccia, gli spacchi dei muri e altri tipi di nascondigli presenti negli edifici sia antichi sia moderni (sottotetti, intercapedini, condotti di aerazione, ecc.).
Mentre alcune popolazioni meridionali si comportano presumibilmente da residenti, quelle nord-orientali sono migratrici su lunga distanza (tra settembre e metà novembre), con quartieri di svernamento a sud-ovest. Le zone di svernamento, almeno in certi casi, sembrano non coincidere del tutto nei due sessi; lo spostamento più lungo sinora noto è di 2.347 km fra l’Ucraina e la Bulgaria (Rodrigues et al., 2002); nei rifugi di riposo occupati in corso di migrazione sono stati trovati non di rado con Pipistrellus nathusii, Vespertilio murinus ed Eptesicus serotinus.
La specie è presente praticamente ovunque nell’Italia continentale e peninsulare, mentre sono discordanti le notizie relative alla sua presenza in Sardegna e in Sicilia (Fornasari et al., 1999; Spagnesi & Toso, 1999).
L’analisi dei dati a disposizione fino al 2001 si può ipotizzare che la distribuzione della Nottola comune coincida prevalentemente con le fasce collinari e pedemontane della regione (Figura 8.18). La distribuzione dei dati raccolti per la presente indagine non cambiano sostanzialmente la situazione ipotizzata.
Figura 8.18. Distribuzione della Nottola comune (Nyctalus noctula) in Lombardia.
La Nottola comune è specie inserita nell’allegato IV alla Direttiva Habitat (Dir. 92/43/CEE) “Specie di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa”. È inoltre inserita nell’Allegato II alla Convenzione di Bonn (resa esecutiva in Italia con la Legge 42/1983) che comprende le specie migratrici considerate in cattivo stato di conservazione, per la cui tutela le Parti contraenti s’impegnano a concludere accordi ai fini di conservazione e gestione. La specie è altresì inclusa nel cosiddetto Bat Agreement o Accordo sulla Conservazione dei Pipistrelli in Europa (ratificato in Italia con Legge 104/2005). La specie è inclusa nell’elenco di priorità per il triennio 2003-2006, stilato dai Paesi partner del Bat Agreement, per quanto concerne il suo monitoraggio. È infine incluso nell’Allegato II “Specie particolarmente protette” della Convenzione di Berna (ratificata in Italia con Legge 503/1981). Secondo la Lista Rossa redatta dall’I.U.C.N. (2004) la specie è “a più basso rischio di estinzione” (LR). Invece secondo la Lista Rossa dei Vertebrati Italiani (Calvario & Sarrocco, 1997), la specie è "vulnerabile". Dai dati contenuti nei rapporti dell’anno 2003 e 2004 sullo status e gli andamenti dei Chirotteri nei Paesi aderenti al Bat Agreement (e altri Paesi non partner che partecipano tuttavia ai progetti) risulta che la specie è caratterizzata da status di conservazione variabili, ma in molti casi non sfavorevoli. Mancano tuttavia dati certi sulle tendenze in atto (www.eurobats.org). In Lombardia la specie non gode di uno stato di conservazione favorevole: la specie è infatti da ritenersi “vulnerabile” e il suo valore di priorità complessiva è pari a 9. Si veda il capitolo “Priorità di conservazione e aree di maggiore importanza” per maggiori spiegazioni relative alle modalità di calcolo effettuate.
La Nottola comune risulta principalmente minacciata dall’abbattimento di un numero eccessivo di alberi cavi nei boschi planiziali e, soprattutto per motivi di sicurezza pubblica, in parchi urbani; dalla scomparsa di habitat boschivi planiziali ai cui margini la specie caccia; dall’eliminazione dei rifugi invernali in edifici sottoposti a ristrutturazioni (Stebbings, 1988; Mitchell-Jones et al., 1999; Entwistle et al., 2001; Moretti et al., 2003).
Le misure di conservazione della specie passano essenzialmente sul mantenimento dei siti di rifugio, sia invernali che estivi e soprattutto delle nursery. Ciò coincide essenzialmente con la conservazione e la gestione corretta del patrimonio forestale. Poiché la specie utilizza a volte le apposite bat-box, la loro apposizione può favorire localmente la sua presenza e abbondanza. È inoltre importante il mantenimento o il ripristino degli habitat di caccia costituiti da aree aperte ai margini dei boschi (Stebbings, 1988; Mitchell-Jones et al., 1999; Entwistle et al., 2001; Moretti et al., 2003).