La conservazione dei siti di rifugio: gli edifici antropici

La conservazione dei siti di rifugio: gli edifici antropici

Molti Chirotteri utilizzano, quali siti di rifugio, strutture presenti negli edifici antropici. Alcune specie scelgono la propria dimora nei solai, soprattutto nel periodo estivo. Solitamente, in questo tipo di rifugio, i pipistrelli si appendono alle travi ed utilizzano sempre gli stessi posatoi. Riescono ad entrare nel rifugio volando attraverso finestre rotte o aperte, fessure e buchi nel muro oppure strisciando attraverso piccole aperture tra le tegole del tetto; anche i coppi di aerazione sono ottimi punti daccesso (vedi Figura 7.6). Unapertura di 20 x 30 cm è sufficiente per il passaggio in volo dei Chirotteri. Lentrata nel solaio è spesso tradizionale e se tale apertura viene modificata si rischia che la colonia abbandoni il rifugio. Le specie del genere Plecotus amano rifugiarsi allinterno degli ampi spazi che si trovano nei sottotetti delle chiese, nei campanili e nelle costruzioni storiche. Specie tipiche di questi rifugi sono anche il Rinolofo maggiore ed alcuni Vespertilionidi. I pipistrelli trovano rifugio anche nello spazio che si trova tra la copertura esterna del tetto e il rivestimento interno. Le specie presenti da aprile ad ottobre costituiscono solitamente la nursery, dove vengono allevati i piccoli, mentre gli individui presenti da novembre a marzo formano le colonie dibernazione. Le specie che scelgono più frequentemente di rifugiarsi in questi spazi sono il Pipistrello albolimbato, il Pipistrello nano e il Serotino comune. Ogni fessura può fungere da rifugio per i pipistrelli a patto che sia abbastanza calda, non vi siano correnti daria e che la superficie sia abbastanza ruvida. Molte specie trovano rifugio in spazi piccoli, anche, solamente, di un paio di centimetri. Tipici nascondigli sono gli spazi sotto i rivestimenti delle facciate, dietro le imposte delle finestre e grossi portoni, gli interstizi tra le bordure di metallo e i cornicioni dei tetti. Le specie che prediligono questi nascondigli sono il Pipistrello albolimbato, il Pipistrello nano e il Pipistrello di Nathusius. Queste specie possono occupare simili nascondigli soprattutto durante la stagione primaverile-estiva. Rifugi particolari sono rappresentati dai cassonetti delle tapparelle e dalle cataste di legno, queste ultime sfruttate soprattutto dal Pipistrello di Nathusius.

 

Figura 7.6. Possibili punti di accesso e rifugi in una copertura: A Spazi liberi tra gronda e canale - B Coppi di aerazione - C Fessure tra muro e rivestimento della gronda - D Coppi di colmo (disegno di F. Farina).

 

La conservazione delle specie che trovano rifugio negli edifici ed in altri manufatti antropici è legata, nella maggior parte dei casi, alla sensibilità di chi li ospita. Poche e difficilmente accessibili sono infatti le informazioni sulle metodiche, tempistiche e tipologie di materiali da utilizzare sia per risolvere i piccoli problemi quotidiani legati alla presenza di uno o più animali sia, soprattutto, per risolvere i problemi legati ai lavori di ristrutturazione.

Ad esempio, una delle situazioni più caratteristiche è quella dell'accumulo di escrementi sotto il rifugio utilizzato. I suggerimenti che si possono offrire sono molteplici, dall'utilizzo di un telo di plastica sul pavimento durante il periodo di attività dei Chirotteri o, se l'accumulo si verifica sul balcone o sul davanzale al posizionamento di una mensola che raccolga il guano sotto l'apertura del rifugio (vedi Figura 7.7).

 

Figura 7.7. Ripari per gli escrementi di pipistrello in prossimità delle uscite dai rifugi (disegno di F. Farina).

 

Un'altra situazione tipica è quella legata alla presenza di pipistrelli nel cassonetto delle tapparelle: è possibile infatti che uno o più individui entrino per errore in casa. Questo inconveniente può essere risolto installando, nella parte interna della tapparella avvolgibile, un bordo a spazzola (come quelli utilizzati per le porte per evitare gli correnti daria): in questo modo si evita che i Chirotteri sbaglino uscita dal loro nascondiglio (vedi Figura 7.8). Va sottolineato che la presenza di una colonia di Pipistrelli allinterno del cassonetto non impedisce l'utilizzo abituale delle tapparelle.

 

 

 

Figura 7.8. Sezione di un cassonetto dellavvolgibile. 1. Pipistrello allinterno del cassonetto 2. Bordo a spazzola esterno per impedire definitivamente l'accesso dei Chirotteri al rifugio (da applicare solo dopo aver accertato labbandono del rifugio da parte di tutti i Pipistrelli) 3. Bordo a spazzola interno per impedire lingresso accidentale dei Pipistrelli nel locale (disegno di F. Farina).

 

Gli interventi di manutenzione o di ristrutturazione degli edifici possono, in alcuni casi, interferire con la conservazione della Chirotterofauna, soprattutto quando i lavori interessano le parti che abitualmente vengono utilizzate dai pipistrelli come rifugio, quali soffitte, tetti, cantine, ecc.. In linea generale, per tutti i tipi di interventi, la scelta di un calendario dei lavori compatibile con il ciclo biologico di questi animali è di fondamentale importanza per la loro protezione, e in molti casi, è anche lunico accorgimento da prendere. Nel caso di un rifugio utilizzato dai Chirotteri per libernazione, bisognerebbe evitare l'esecuzione dei lavori tra il mese di novembre e i primi di marzo. Nel caso di una colonia riproduttiva, il periodo critico in cui non eseguire i lavori è compreso tra larrivo delle prime femmine gravide, in genere allinizio aprile, sino al momento, in cui i giovani sono completamente svezzati e abbandonano il rifugio, intorno ai primi di ottobre. Queste date sono molto approssimative e possono variare in funzione della specie, delle caratteristiche ambientali e delle condizioni meteorologiche e vanno quindi valutate in modo più dettagliato caso per caso, soprattutto in presenza di colonie numerose e di specie particolarmente sensibili. Nel caso di interventi con sostanze potenzialmente nocive per i Chirotteri, come nel caso dei trattamenti del legno, bisognerà tenere conto anche del tempo necessario a tali prodotti per perdere di tossicità. Alcune specie, come ad esempio gli Orecchioni, possono utilizzare lo stesso rifugio per tutto lanno. In questo caso non esiste un periodo ideale per intervenire e sarà necessario valutare con un esperto la soluzione migliore.

 

I lavori di verniciatura e i trattamenti antitarlo/antifungini degli elementi in legno utilizzati come rifugio dai pipistrelli come gronde, rivestimenti di facciate, persiane, strutture di tetto e soffitte, tapparelle e relativi cassonetti possono causare, oltre al un disturbo diretto dovuto al rumore e alla presenza di operatori durante l'esecuzione dei lavori, lintossicazione degli animali. Molte delle sostanze utilizzate per la protezione del legno hanno infatti unelevata tossicità per i Chirotteri che, non solo sono soggetti allinalazione per via aeree dei solventi e delle componenti più volatili di tali composti ma, dato che trascorrono il periodo di inattività diurna proprio aggrappati agli elementi che hanno subito il trattamento, possono subire avvelenamenti anche per contatto e per ingestione (leccandosi il pelo sporcato dal composto utilizzato). Sostanze come Lindano, Dieldrina e Pentaclorofenolo (PCP) si sono dimostrate estremamente tossiche per i Chirotteri: è stato dimostrato che i Pipistrelli possono morire a causa del contatto prolungato con legno trattato con tali composti, anche a distanza di parecchi mesi dal trattamento (Racey & Swift, 1986). In questi casi, per tutelare i Chirotteri, occorre programmare i lavori in modo da salvaguardare soprattutto i periodi critici per questi animali, prevedendo anche il tempo necessario per far svanire gli effetti tossici del prodotto utilizzato. Sarebbe comunque necessario utilizzare, per i trattamenti del legno, solo sostanze a bassa tossicità per i Mammiferi, e con una bassa persistenza nell'ambiente. Buone garanzie si hanno dalluso di prodotti a base di piretroidi sintetici, come la Permetrina e la Cipermetrina. Ci sono poi nuovi prodotti, ancora poco diffusi, a base di Fluorfenoxuro (Flurox®) che agiscono in modo specifico sugli insetti come inibitori della chitina e hanno una bassissima tossicità sui Mammiferi. Sia per gli impregnanti che per le vernici, vanno utilizzati prodotti allacqua, cioè che non contengono solventi sintetici, in quanto hanno una minor tossicità (anche se la tossicità del solvente è in genere di breve durata, in quanto evapora rapidamente, soprattutto se in ambienti caldi e ben ventilati).

 

Oltre alla risoluzione di problemi legati alla presenza di pipistrelli negli edifici, esiste tutta una serie di mini-interventi che possono rendere più ospitale un sottotetto o una cantina per i Chirotteri. E indispensabile, innanzitutto, che il locale sia accessibile ai pipistrelli con passaggi adatti per lingresso in volo (aperture libere di almeno 20x30 cm, ma non troppo grandi per rispettare loscurità del locale e posizionate in modo da non creare correnti daria) ed altri per lingresso in arrampicata. Nel caso si vogliano creare ex novo si possono posizionare, ad esempio, apposite tegole aeranti (vedi Figura 7.9) o lasciare piccole fessure in prossimità di rivestimenti in legno di gronde e facciate. È importante che la superficie dei rivestimenti e della muratura intorno sia scabra, in modo da facilitare lappiglio dei pipistrelli.

 

Figura 7.9. Tegole di aerazione utilizzate dai Chirotteri come vie daccesso al sottotetto (disegno di F. Farina).

 

I rivestimenti interni del locale dovranno essere ruvidi, soprattutto nelle parti più elevate, in modo da consentire lappiglio ai pipistrelli. Vanno bene i muri in mattoni o con intonaco rustico e i rivestimenti in legno grezzo. Per incrementare le possibilità di rifugio andranno incrementati i ripari a fessura, ad esempio applicando tavole di legno grezzo in corrispondenza delle giunzione delle travi del tetto (vedi Figura 7.10 eFigura 7.11), o attaccando alla pareti in posizione elevata mattoni forati in calcestruzzo.

 

 

 

Figura 7.10. Creazione di riparo artificiale di tipo a fessura mediante lapplicazione di una tavola di legno grezzo (disegno di F. Farina).

 

Figura 7.11. Creazione di riparo artificiale in corrispondenza della giunzione delle travi in legno del tetto mediante la collocazione di due tavole di legno grezzo (disegno di F. Farina).


Lilluminazione artificiale, che spesso viene posizionata per mettere in risalto edifici storici, religiosi o di particolare pregio architettonico, oltre a quella utilizzata per la normale illuminazione stradale, può avere effetti negativi sui Chirotteri presenti in tali edifici o su quelli che utilizzano larea come zona di caccia. I Chirotteri regolano la loro uscita serale dal rifugio in base alla luminosità residua proveniente dallesterno; una forte illuminazione artificiale, soprattutto se direzionata verso le aperture utilizzate come vie duscita, può indurli a credere che sia ancora giorno, ritardando, così, l'inizio della loro attività di caccia e riducendo il tempo di alimentazione a loro disposizione.

 

Nel periodo in cui le femmine sono impegnate nellallattamento, questo può avere un effetto assai negativo sulla sopravvivenza dei piccoli, tenuto conto anche del fatto che, le prime ore dopo il tramonto, sono quelle con la maggior densità di insetti, e quindi di prede. Andrebbe quindi evitata lilluminazione delle facciate che ospitano siti di rifugio, mentre può essere mantenuta quella delle altre purché opportunamente orientata. In caso di presenza stagionale di una colonia è possibile semplicemente spegnere le sorgenti luminose più fastidiose per tutto il periodo di permanenza degli animali. In condizioni particolari, dove la presenza dei Chirotteri non è ben localizzata, ma diffusa in più parti dell'edificio o in un insieme di edifici, conviene ritardare l'accensione dellilluminazione più impattante finché non si è fatto buio completo e, inizialmente, non al massimo della potenza, limitando, così, linterazione con gli orari di uscita in caccia delle varie specie di Chirotteri.

 

All'interno di locali utilizzati dai pipistrelli non vanno posizionate fonti di illuminazione artificiale o comunque vanno mantenute spente per tutto il periodo di permanenza degli animali.

 

In materia di illuminazione e di limitazione dellinquinamento luminoso la Regione Lombardia ha emanato la L.R. 27 marzo 2000 N. 17 Misure urgenti in tema di risparmio energetico ad uso di illuminazione esterna e di lotta allinquinamento luminoso, nonché la D.G.R. 7 / 2611 del 2/12/2001 Aggiornamento dellelenco degli osservatori astronomici in Lombardia e determinazione delle relative fasce di rispetto e D.G.R n. 7/6162 del 20/09/2001 Criteri di applicazione della L.R. n. 17 del 27/03/01. Tale Legge e Decreti della Giunta Regionale hanno per finalità la riduzione sul territorio regionale dellinquinamento luminoso e dei consumi energetici da esso derivanti e, conseguentemente la tutela dellattività di ricerca scientifica e divulgativa svolta dagli osservatori astronomici professionali di rilevanza regionale o provinciale o di altri osservatori scientifici nonché la conservazione degli equilibri ecologici sia allinterno che allesterno delle aree naturali protette.

 

La L.R. 17/2000 considera inquinamento luminoso dell'atmosfera ogni forma di irradiazione di luce artificiali che si disperda al di fuori delle aree a cui essa è funzionalmente dedicata e, in particolar modo, se orientata al di sopra della linea dellorizzonte. Dalla data di entrata in vigore della Legge, tutti i nuovi impianti di illuminazione esterna, pubblici e privati, che interessano lintero territorio regionale, ivi compresi quelli in fase di progettazione o in procedura dappalto, devono essere realizzati in conformità ai precisi criteri antinquinamento luminoso ed a ridotto consumo energetico.

 

In linea generale gli impianti devono essere dotati di sistemi e accorgimenti atti ad evitare la dispersione di luce verso lalto. Informazioni e consigli dettagliati sui diversi sistemi di illuminazione, nonché i riferimenti legislativi, possono venire trovati nel sito del Coordinamento per la protezione del cielo notturno (www.cielobuio.org).