Le specie alloctone

Un incremento del tutto particolare alla fauna lombarda è infine legato all’introduzione di specie

alloctone, che proprio in Lombardia, più che in altre regioni italiane, hanno fatto la loro comparsa in questi ultimi anni; su alcune di queste, anche in considerazione del loro rilievo sotto il profilo fitosanitario o delle problematiche che hanno sollevato fra i sistematici, sarà il caso di soffermarsi brevemente.

 

Le Anoplophora

Già da alcuni anni è stata rilevata in Lombardia (soprattutto nell’Alto Milanese e nel Varesotto) l’abbondante presenza di una specie del genere Anoplophora originaria del Sudest Asiatico, inizialmente segnalata (Colombo & Limonta, 2001) con il nome di A. malasiaca. Attualmente, la specie viene più comunemente indicata con quello di A. chinensis, in base alla recente revisione del genere operata da Lingafelter & Hoebeke (2002), che stabilisce la sinonimia fra i taxa indicati precedentemente come specie distinte con i nomi di Anoplophora chinensis (Forster, 1771) e A. malasiaca (Thomson, 1865), riconoscibili per la presenza, nella seconda, di un paio di macchie discali di pubescenza bianca sul pronoto assenti nella prima. Senza entrare nel merito della questione, va peraltro rilevato che in tutti gli esemplari rinvenuti in Italia tali macchie sono sempre presenti, mentre sono sempre totalmente assenti in alcune popolazioni cinesi prese in esame.

 

Adulto di Anoplophora chinensis, in cui si possono osservare le macchie biancastre sul pronoto caratteristiche della forma ritenuta un tempo (e tuttora da alcuni autori) specie distinta ed indicata con il nome di A. malasiaca.

(foto Pilon)

Larva di Anoplophora chinensis, specie asiatica recentemente entrata a far parte della fauna lombarda, ed attualmente in espansione, a dispetto di svariati tentativi di eradicamento.

(foto Pilon)

 

Che il nome spettante alla specie sia A. chinensis o A. malasiaca, comunque, la specie in questione risulta molto dannosa, in quanto estrememente polifaga ed in grado di portare a deperimento in breve tempo numerosi alberi, tanto da indurre le autorità competenti all’emanazione di una direttiva regionale tesa alla sua eradicazione (Decreto del Dir. Gen. n° 731 del 26.1.2004).

 

In queste due immagini (tronco intero ed in sezione) si può rilevare la gravità dei danni cui vanno incontro gli alberi attaccati dalle larve estremamente polifaghe di Anoplophora chinensis.

(foto Pilon)

 

A questa specie, inoltre, si è recentemente aggiunta la congenere A. glabripennis (Motschulsky, 1853), anch’essa originaria del Sudest asiatico e dagli analoghi costumi di vita, la cui presenza era stata rilevata in Francia già da alcuni anni.

 

Il controverso Xylotrechus stebbingi

La presenza di questa specie originariamente descritta dell’India è stata segnalata per la prima volta d’Italia da Dioli & Viganò (1990), che in Valtellina ne rinvennero svariati esemplari sviluppatisi a spese di legno di tiglio. Da allora, i rinvenimenti in Lombardia di questa specie si sono moltiplicati, e probabilmente X. stebbingi (Gahan, 1911) va attualmente annoverato fra le specie di Cerambicidi più comuni nella regione. Ciò soprattutto a causa della sua spiccata polifagia, che ha permesso a questa specie di svilupparsi con successo anche a spese del legno di robinia, specie vegetale alloctona molto abbondante negli incolti e non sfruttata da alcuna specie indigena di Cerambicide. Recentemente Vitali (2004) ha fornito alcuni elementi per cui sembrerebbe che la specie stessa sia da identificarsi con un altro taxon di origine asiatica, X. smei (Castelnau & Gory, 1841); Sama, in seguito (2006), ha però ribadito in base all’esame di materiale tipico la precedente identificazione.