Le conoscenze sulla fauna lombarda

Merita peraltro soffermarsi brevemente sui più recenti contributi faunistici, che hanno portato comunque un valido contributo ad una conoscenza più dettagliata della geonemia dei Cerambicidi lombardi: primo fra tutti, per la notevole ricchezza dei dati forniti , quello dedicato alla fauna della provincia di Sondrio (Dioli, Penati & Viganò, 1995), ma anche altri, in cui vengono presi in considerazione i popolamenti della Grigna (Goggi, 1991), del Parco del Monte Barro (Pesarini & Sabbadini, 1997), del Parco del Ticino (Pilon, 1999) e della Riserva del Bosco della Fontana (Sama, 2002).

 

Esemplare di Saperda octopunctata. La presenza in Lombadia di questa elegante specie, che si sviluppa esclusivamente a spese di tigli, è stata accertata solo in epoca molto recente grazie ad un esemplare raccolto nel Parco del Ticino.

(foto Sabbadini)

 

Rimangono comunque ampie aree della regione su cui sarebbe opportuno condurre approfonditi rilievi: fra queste, un’attenzione particolare meriterebbero le Prealpi Orobie e Bresciane, le brughiere dell’Alta Pianura Lombarda e l’Oltrepò Pavese. Del tutto verosimilmente, tali ricerche potrebbero portare al rinvenimento di alcune delle non molte specie probabilmente presenti in Lombardia ma non ancora censite, come Acmaeops marginatus e Semanotus undatus in aree alpine a clima freddo, Plagionotus floralis in ambienti xerici planiziali e Pachytodes erraticus nel Preappennino.

 

Esemplare di Ropalopus insubricus, grande ed elegante rappresentante della tribù Callidiini. Sebbene il nome stesso della specie denunci la sua presenza in Lombardia, l’unica sua indicazione in tal senso, per il Comasco, risale al 1837.

(foto Sabbadini).